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LiberAzioni: alle Vallette il carcere entra nel quartiere

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Il carcere non può fermare la creatività. È l’idea alla base di “LiberAzioni, festival delle arti dentro e fuori dal carcere”, organizzato dall’associazione Museo Nazionale del Cinema e presentato questa mattina, 31 maggio, a Torino.

Tre le sezioni del concorso: cinematografia, fotografia e scrittura al centro del festival che si terrà i prossimi 8 e il 9 settembre alle Vallette. La sezione letteraria sarà riservata esclusivamente ai detenuti. Il montepremi totale, grazie all’intervento dei numerosi sponsor, raggiunge la cifra di 7mila e 500 euro complessivi per le tre sezioni.

Un evento che vuole marcare la sua specificità tanto da scegliere come sede per la conferenza stampa il negozio FreedHome, in via Milano 2C, che vende solo prodotti realizzati all’interno delle carceri italiane: tra un biscotto e una birra artigianale ha preso il via la presentazione.

Valentina Noya dell’associazione Museo Nazionale del Cinema ha raccontato come è nato il progetto che si realizzerà nel quartiere delle Vallette: “Si tratta di una zona estremamente periferica, come sanno i torinesi. Questo ha fatto sì che tutto il quartiere si sentisse un po’ come un carcere – ha affermato – ma anche che nella zona emergesse un fermento sotterraneo. Vogliamo che questo Festival sia un’occasione di riqualificazione, perché ci crediamo, e speriamo che il carcere possa essere una sfida, un vettore di creatività e non solo un’istituzione opprimente”.

Presente anche Monica Cristina Gallo, garante per i diritti dei detenuti del Comune di Torino: “Durante i mesi estivi in carcere si sospendono le attività – sostiene – quindi il progetto copre il periodo di tempo ideale”. Da maggio a settembre, infatti, si terranno i laboratori condivisi e saranno aperte le call, per approdare al festival nei primi giorni di settembre. “Ci siamo mossi perché anche i trattenuti nel Cie torinese possano essere coinvolti nel progetto” ha aggiunto la Gallo.

Vittorio Sclaverani, presidente dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema ha dichiarato: “Abbiamo deciso di lavorare molto sul tema della giuria come confine: le giurie saranno infatti miste, tra detenuti e liberi cittadini del quartiere”.

Claudio Sarzotti, presidente di Antigone Piemonte, l’associazione che si occupa, su tutto il territorio nazionale, del monitoraggio della situazione in carcere afferma: “Comunicare il carcere attraverso l’arte e la cultura contribuisce a dare un’immagine più realistica e più complessa dei detenuti e di chi lavora al suo interno -. Cambiare la cultura dei cittadini è cambiare la cultura del legislatore: da qualche mese il numero dei detenuti aumenta rapidamente, e la situazione del sovraffollamento è un problema ancora attuale”.

Dentro il carcere delle Vallette, Rossella Schillaci ha girato il film “Ninna Nanna Prigioniera”. “L’attività espressiva e la creatività in carcere vanno promosse nell’ottica di una funzione rieducativa spesso carente, soprattutto nel braccio femminile” spiega la regista. “Essendo numericamente in minoranza rispetto agli uomini, per le donne ci sono meno opportunità”.

Il progetto ha vinto il bando “Sillumina – Sezione Periferie”, dedicato alle periferie urbane del Ministero dei Beni Culturali. Oltre all’associazione Museo Nazionale del Cinema, hanno collaborato Stalker Teatro, la Casa del Quartiere delle Vallette di Torino, l’Associazione Antigone, Videocommunity, EtaBeta e SaperePlurale.

CAMILLA CUPELLI
GIORGIA GARIBOLDI

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