Da Lesbo le storie dei giusti che accolgono i migranti

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Accogliere persone, ancor prima che migranti, aprire loro la propria casa è solo la normalità del bene.

In Lesbo, l’isola dei giusti Daniele Biella racconta il fatto che chiunque, al posto degli abitanti dell’isola greca, avrebbe fatto la stessa cosa. Quel che colpisce del libro, edito da Paoline, è che non insegue la cronaca, ma esperienze dirette: non ci sono conclusioni o ragionamenti dell’autore, soltanto una ripresa neutrale di testimonianze di chi ha avuto modo di vedere con i propri occhi le persone che sbarcavano.

Un approccio che ha consentito ai residenti sulle isole greche dell’Egeo ad arrivare alla candidatura al premio Nobel per la Pace. Ma questa è la grande storia, quella che riporta nelle sue pagine Biella è proprio un catalogo di esperienze.

“È proprio in un momento come questo, in un periodo in cui viene messo in discussione il lavoro delle Ong, che bisogna raccontare la realtà della migrazione, a costo di passare per buonisti”, dice Biella. A Lesbo sono arrivate nell’arco di un anno 600mila persone: le sette storie raccolte dall’autore sono una testimonianza che esalta come, a volte, il senso di giustizia scavalchi la legge, soprattutto nel caso in cui si apra una forte contraddizione tra l’una e l’altra. Come per esempio nel caso di Dafni, che ha passato una notte in cella per aver trasportato nella sua macchina alcuni migranti. Ed è in casi come questi, commenta Biella, che bisogna prendere atto del fatto che si è tutti persone, e bisogna fare quel che è giusto fare, quindi prestare soccorso.

Lo scopo del libro è rendere impossibile a chi vive nel nostro tempo di potersi giustificare dicendo di non aver saputo. Di fronte a una tale testimonianza non c’è possibilità di distogliere lo sguardo, di ignorare quello che sta succedendo. Solo a partire dalla consapevolezza delle dimensioni del fenomeno può iniziare la costruzione di un progetto realistico che coniughi necessità dei profughi ed effettiva capacità delle strutture di accoglienza. La preminenza dell’accoglienza sulla burocrazia è l’unico modo di trovare una soluzione duratura al problema.

LISA DI GIUSEPPE