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Legge elettorale, cosa cambia con il “sistema tedesco”

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La proposta di modifica della legge elettorale sul modello tedesco, è stata approvata ieri 30 maggio dalla direzione del Partito Democratico. Dopo il via libera dei grillini sulla piattaforma Rousseau e quello di Lega e Forza Italia, aumentano le probabilità del voto anticipato in autunno per il rinnovo del Parlamento. Una riforma lampo che arriva dopo la bocciatura della Corte Costituzionale alle due precedenti leggi elettorali. “E’ una soluzione che porta alla pacificazione istituzionale” ha dichiarato il segretario democratico Matteo Renzi, “ha trovato il consenso dell’80% delle forze politiche”.

Come funziona il modello elettorale tedesco?

E’ un sistema proporzionale corretto, con soglia di sbarramento al 5% e si applica solo per l’elezione della Camera bassa, il Bundestag. Il voto sulla scheda è doppio. Il primo è uninominale e permette agli elettori di esprimere una preferenza per un singolo candidato nella propria circoscrizione. Il secondo voto va invece alla lista. I seggi vengono assegnati con il voto ai candidati eletti a maggioranza nelle circoscrizioni, che in Germania sono 299. I restanti seggi, il cui numero è variabile, sono suddivisi con metodo proporzionale tra le liste che hanno superato la soglia di sbarramento del 5% o che hanno almeno tre candidati eletti nei collegi uninominali.

Perché piace ai grandi partiti?

L’innalzamento della soglia di sbarramento dall’attuale 3% al 5% scoraggia gli elettori dal votare i partiti politici più piccoli. Dopo la scissione dei bersaniani dal Partito Democratico e la formazione di nuove forze politiche di sinistra e centro-destra, è uno strumento che argina la frammentazione politica. Secondo il recente sondaggio di Emg, solo PD, M5S, Forza Italia e Lega riuscirebbero infatti ad entrare in Parlamento.

Quali effetti avrà sul sistema politico italiano?

La soglia di sbarramento favorirà l’accorpamento dei partiti più piccoli. Il leader di Alternativa Popolare, Angelino Alfano ha già chiamato a raccolta le forze politiche di centro per tentare di superare la soglia del 5%. Il rischio è quello di ridurre il numero dei partiti ma di diminuirne la coesione all’interno. Un’alleanza stretta in vista della tornata elettorale potrebbe non durare una volta che il partito è entrato in Parlamento. L’effetto che la legge elettorale ha avuto sul sistema tedesco, di riduzione e stabilizzazione dei partiti politici, potrebbe dunque non riprodursi in Italia.

Chi vincerà le elezioni?

Probabilmente nessuno. La stabilità dell’esecutivo è uno degli obiettivi che i partiti politici hanno rincorso nelle numerose proposte di riforma non solo della legge elettorale ma anche del testo costituzionale. Sebbene la Germania sia l’esempio di come una repubblica parlamentare possa avere un governo stabile, il sistema elettorale è solo uno dei meccanismi adottati per questo fine. Bisogna infatti considerare due dati che differenziano sostanzialmente l’ordinamento tedesco da quello italiano. Il primo è che in Germania è prevista la sfiducia costruttiva, ovvero quando la camera bassa, il Bundestag, pone una mozione di sfiducia nei confronti del governo, deve essere già pronto il nuovo esecutivo. Il secondo è che il governo tedesco deve ottenere la maggioranza solo alla camera bassa, rimanendo esclusa dal circuito fiduciario la seconda camera. Entrambi questi elementi non sono previsti dal nostro testo costituzionale. E’ difficile sperare che la sola modifica della legge elettorale possa influire sulla stabilità del governo italiano quando la divisione è all’interno delle stesse forze partitiche.

LUCREZIA CLEMENTE