Legambiente Piemonte (che aveva proposto un piano per la mobilità alternativa) lancia l’allarme: “In una situazione in cui la qualità dell’aria è pessima da settimane, tanto da portare al blocco degli Euro5 diesel su tutto il territorio cittadino, prorogare la sospensione della Ztl non è comprensibile. Usare la pandemia per giustificare scelte con effetti sensibili sulla salute pubblica è paradossale”.
Da anni Torino detiene il triste primato dell’inquinamento dell’aria in Italia. Un po’ per via dei grandi poli industriali, un po’ per la conformazione geografica, già da anni il capoluogo piemontese combatte una lotta contro lo smog, per la quale non sono sufficienti i grandi parchi e giardini sparsi su tutto il territorio cittadino. Il centro storico, interessato dalla Zona a traffico limitato, doveva diventare un’area quasi esclusivamente pedonale, ma è stata sospesa in seguito alla pandemia e l’avvento della nuova giunta non ha cambiato le cose.
Negli ultimi 47 giorni sono stati solo 5 i giorni in cui la media delle rilevazioni delle centraline cittadine ha rispettato i limiti di legge del PM10. Sono quelli dal 4 all’8 gennaio, durante le festività natalizie. Il semaforo del protocollo operativo antismog oscilla fra l’arancione ed il rosso da settimane, portando con sé il blocco di tutti gli automezzi diesel fino a quelli Euro5 compresi. Secondo dati Arpa pubblicati il 27 gennaio, la situazione è aggravata dal fatto che sono 50 giorni che non piove in città.
Il Comune vorrebbe proprogare la sospensione dell Ztl fino al 31 marzo, ma la scelta, per Legambiente, risulta incomprensibile. La causale addotta è legata al protrarsi dell’emergenza pandemica, ma in primo luogo non si capisce il nesso causale tra il Covid-19 e l’apertura del traffico automobilistico in centro. Solo a Torino, ogni anno, muoiono quasi 1000 persone per problemi connessi all’inquinamento dell’aria.
C’è inoltre da dire che, rispetto ad altre grandi città italiane, la Ztl di Torino ha una scarsa estensione fisica e un orario molto circoscritto (dalle 7:30 alle 10:30). Il suo impatto sulla prevenzione della pandemia, se non completamente ininfluente, è quantomento di lieve entità.
Il presidente di Legambiente Piemonte Giorgio Prino ha commentato così la vicenda: “In questo contesto, continuare a prorogare la sospensione della zona a traffico limitato ci pare una scelta miope e figlia di una mancanza di prospettiva. Farlo adducendo la motivazione dell’emergenza pandemica è paradossale. La Ztl di Torino ha un’estensione fisica minima e le 3 ore di chiusura quotidiane rappresentano un record negativo in Italia. La stessa Torino, con le pedonalizzazioni di via Garibaldi, via Lagrange e via Carlo Alberto dimostra come traffico veicolare e commercio non siano legati se non da una relazione inversa: i negozi che si affacciano sulle aree pedonali sono floridi. La Ztl di Torino va ripristinata subito, ne vanno estesi gli orari di chiusura, vanno cancellati i permessi non strettamente necessari”.
“L’amministrazione ha già già stabilito la data di riattivazione della Ztl che sarà il 1º di aprile – afferma la consigliera comunale Chiara Foglietta –. Sono state date tutte le indicazioni per la gestione dei permessi e le richieste stanno già arrivando. Parallelamente stiamo studiando come estendere la Ztl, sia in termini di orario sia in termini di zone. Nella giornata di oggi ho organizzato un incontro con tutti i Presidenti di circoscrizione per ragionare sulle nuove aree pedonali diffuse per la città”.