La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

Le vie della mobilità non sono infinite

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Torino è una delle città più inquinate d’Italia e, in questo inizio d’anno, i livelli di pm10 sono stati allarmanti. Secondo l’ultimo “Rapporto Mal’aria” di Legambiente, il limite di 50 microgrammi per metro cubo è stato superato la maggior parte dei giorni. Il traffico intenso contribuisce a questo fenomeno, specie negli orari di punta al mattino e del tardo pomeriggio.

Gli studenti universitari, un totale di oltre 102 mila, rappresentano una grossa mole in movimento nei punti centrali e periferici di Torino. Abbiamo voluto capire come si muovono i 70 mila di UniTo e quale mezzo, pubblico o privato, conviene utilizzare considerando i tempi di percorrenza, le ztl, i percorsi obbligati e quelli preferenziali.
I tre punti presi in considerazione sono: stazione Torino Stura (zona nord), piazzale Caio Mario (sud) e piazza Massaua (ovest), affrontando il percorso in bici, auto e mezzi GTT partendo allo stesso orario.

I risultati hanno, in alcuni casi, confermato le attese, in altri si sono rivelati sorprendenti. Da qui è partita l’indagine sulla mobilità a Torino, soffermandoci sulle problematiche evidenziate dagli studenti e sulle soluzioni ipotizzate dagli atenei e dalle aziende.

MASSAUA – Sono convenienti i mezzi pubblici

Da piazza Massaua a via Roero di Cortanze sono 6 km scarsi in linea d’aria. Aria che, di primo mattino, chi va in bici farebbe bene a non respirare: corso Francia, che collega Grugliasco a Porta Susa, la strada quasi obbligata per chi si muove in superficie, è ingolfata dal traffico e qui si sente particolarmente la cappa di smog che investe Torino. Abbiamo provato a coprire il percorso con bici, auto e mezzi pubblici: grosse differenze, in fondo, non ci sono. Pedalando, 35 minuti; su metro e pullman, con un po’ di fortuna nelle coincidenze, in 40 minuti si arriva. In auto, mezz’ora, ma in centro il problema è parcheggiare. A parte lo smog, muoversi in bici da piazza Massaua non è difficile come sembra. Vero, fino a piazza Rivoli non ci sono piste ciclabili ed è consigliabile pedalare nel controviale, e non nelle carreggiate centrali, per evitare pericoli e improperi degli automobilisti. Ma da lì, su corso Vittorio Emanuele, la pista c’è: è stretta, impossibile superare e il fondo stradale è tutt’altro che liscio, ma almeno si è protetti. Da Palagiustizia in poi la strada è tutta in discesa: conviene costeggiare porta Susa su corso Inghilterra, poi Piazza Statuto, via Garibaldi e via Verdi, attraversando piazza Castello: pista ciclabile okay. Forse da piazza Massaua conviene muoversi con i mezzi pubblici: metropolitana comoda e frequente, cambio volante in piazza XVIII Dicembre per salire sul 13 o sul 56. L’unico neo è la calca di pendolari che, da un punto nevralgico come la stazione, si riversa su bus e tram stipandosi fino a lasciare giusto lo spazio di respirare. Scendere e risalire a bordo per agevolare il flusso dei passeggeri in entrata e in uscita diventa un esercizio frequente. È peggio muoversi in auto, evidentemente: stesso tragitto della bici, arrivando però fino al lungo Po Cairoli: trenta semafori, traffico e stress per il parcheggio in zona università. E se lo chiedi al ciclista, pure qualche emissione di troppo.

CAIO MARIO – È la bici il mezzo più veloce

Piazzale Caio Mario è una rotonda gigantesca che dista quasi 10 km dalla sede universitaria di Palazzo Nuovo. La zona è quella di Torino Sud, Mirafiori, e la piazza rappresenta un interscambio per diverse linee degli autobus e per molti torinesi è il luogo dove lasciare l’auto e salire su un mezzo pubblico. Abbiamo provato a percorrere questa distanza in auto, in bus e in bicicletta alle 8.30 del mattino. Inaspettatamente, la bicicletta è il mezzo più veloce: 30 minuti di viaggio, senza alcun costo né problemi di traffico, e poi vengono auto e bus. Il problema del viaggio in bici è però la sicurezza: le piste ciclabili sono quasi inesistenti, presenti solo a tratti, soprattutto verso il centro, e spesso c’è il rischio di incappare nelle rotaie dei tram. In auto invece il percorso dura più di 40 minuti, di cui dieci servono per cercare parcheggio. Il viaggio è lento, complici il traffico e i semafori rossi. Parcheggiare è anche costoso: 2,50 all’ora nei parcheggi blu a raso e 1,50 nel parcheggio sotterraneo. Il percorso più lento è quello in autobus: il 18 arriva a due passi dall’Università, ma impiega oltre 45 minuti e il percorso è lungo e stressante. Il costo è quello di una corsa singola, 1,50, ma esistono gli abbonamenti studenti Gtt.

STURA – Con l’automobile si arriva prima

Dalla stazione di Torino Stura al Master in Giornalismo ci sono circa 10 km. La scuola è in pieno centro: sul retro di Palazzo Nuovo, a pochi metri da Palazzo Venturi. Ore 08.30: scegliendo mezzi differenti per arrivare a lezione, abbiamo verificato di persona tempi di percorrenza, costi e disagi. Chi va in automobile impiega 25 minuti, 45 con il tram, 40 in bicicletta (se si seguono solo piste ciclabili). In auto si scorre veloci: traffico discreto, qualche semaforo interminabile. Note negative: costo della benzina e parcheggio. In zona universitaria si incontrano molto posti a pagamento, quasi tutti occupati. Trovare strisce bianche è difficile, si potrebbe girare a vuoto anche per 10 minuti. Se il Comune confermasse l’ipotesi di rendere il¬ Campus Einaudi zona a pagamento, parcheggiare diventerebbe impossibile. Chi va in tram – storica linea 4 – sta piuttosto stretto. Il mezzo è pieno di persone infastidite dall’impossibilità di muoversi. Tra San Giovanni Bosco e Borgo Dora l’affluenza è continua. Si scende a Porta Palazzo per prendere il 16, tram circolare. In tre fermate e pochi metri a piedi, la destinazione è raggiunta a costi piuttosto contenuti. Chi preferisce la bici deve allungare di molto il percorso se vuole pedalare su piste ciclabili e rischiare meno. Si procede bene su corso Giulio Cesare fino a piazza Derna. Anche corso Novara è percorribile, mentre corso Vigevano è pericoloso e senza piste. Piazza Baldissera è molto trafficata e impraticabile: non esistono passaggi o attraversamenti ciclabili. Va meglio verso corso Principe Oddone ma al rondò della Forca i ciclisti devono fermarsi, costretti a invadere marciapiedi e attraversamenti pedonali. Nessuna pista su corso Regina Margherita e corso San Maurizio. A parte l’acquisto bici, il costo è zero.

ARMANDO TORRO