Innovazione, collaborazione e impatto sul territorio sono i tre concetti chiave su cui si basa l’operato di Impact Hub Torino. L’obiettivo dell’azienda è infatti quello di lanciare nuove startup, seguendolele nel percorso di crescita. Talvolta il processo di incubazione parte quando ancora non è presente un’impresa strutturata: “Basta una bella idea, talvolta anche di studenti propositivi, per avviare una startup con noi” racconta il responsabile Edoardo Ramondo. La selezione parte proprio dalla valutazione dell’idea, che si basa su precisi criteri: «La startup deve essere sostenibile dal punto di vista culturale, sociale e ambientale. Altrimenti tiriamo una riga e la scartiamo». Sostenibilità culturale e sociale significano fare sentire a proprio agio tutti i lavoratori coinvolti, in modo che possano porsi nella miglior maniera possibile, con clienti e colleghi. Ma vuol dire soprattutto coinvolgere tutti gli stakeholder del territorio: “Puntiamo a guardare oltre il mero interesse economico. Vogliamo che ci sia un un servizio per la cittadinanza, non solo per i clienti”.
Un esempio virtuoso, in questo senso, è quello del Mercato itinerante; i cittadini possono ordinare online i prodotti venduti dal mercato rionale e dalle attività di vicinato meno distanti. In questo modo ci guadagnano tutti: gli ambulanti, assistiti da un processo di digitalizzazione, e la comunità cittadina, che riceve la spesa a casa. “Questo tipo di innovazione è un bisogno della cittadinanza. Abbiamo ancora qualche difficoltà, perché per ora è attiva solamente a Porta Palazzo, ma stiamo lavorando con l’amministrazione locale per coinvolgere altri mercati rionali”.
Collaborare con Comune e aziende “più mature” non è sempre facile. Nelle grandi aziende, infatti, “il processo innovativo comporta un cambio culturale non indifferente. L’approccio è quello di cercare di continuare a performare con ciò che si è portato avanti fino al giorno precedente. Si tende quindi a diffidare della novità, come succede da sempre”. La collaborazione, però, è un punto focale: uno dei servizi è quello del coworking, “considerato indispensabile e di cui ci si può avvalere tramite una fee annuale conveniente per l’opportunità che offre”. L’obiettivo è proprio favorire l’interconnessione con le aziende più grandi e già avviate, con l’obiettivo di abbattere la resistenza iniziale.
Le startup, durante il periodo di incubazione, sono seguite da una squadra di mentor, che formano e seguono gli aspiranti imprenditori sviluppando l’idea o la realtà già esistente. I 40 mentor hanno competenze specifiche per i settori più disparati e sono in grado di garantire un percorso di crescita personalizzato.
Impact Hub, infatti, non punta su un settore specifico: “Cerchiamo di non dire mai di no se c’è un’idea interessante, almeno sulla carta. Tuttavia nell’ultimo periodo stiamo investendo molto nell’agri-food tech. Pensiamo sia un ambito che può fare la differenza”. Ma a disposizione ci sono gruppi di business angel, che aiutano – anche con qualche investimento – i nuovi imprenditori. I gruppi sono due: Angels4Impact, che si occupa di questioni più generaliste e Angels4women, che si concentra su progetti ideati da donne o rivolte al pubblico femminile: “Un progetto ottimo, che sta funzionando”.
Ma non solo: “L’obiettivo è rendere le nuove startup resistenti alla concorrenza delle aziende già presenti sul mercato. Così possono essere competitive da subito”. Un risultato raggiunto nel caso della collaborazione con Weroad, piattaforma dedicata ai viaggi di gruppo on the road, che oggi può vantare una collaborazione con Sky per il programma Pechino Express. La storia di Weroad, incubata alla sede di Milano, incarna pienamente lo spirito e le idee di business di Impact Hub, impegnata nel locale, ma sempre «con uno sguardo sul globale».
Impact Hub ha infatti tre sedi in Italia: a Torino, Firenze e Milano, e più di 110 in 65 paesi. Perché per quanto il contributo per tutti gli stakeholder del territorio sia fondamentale “bisogna ricordarsi che il mondo non finisce ad Alpignano”. Se si parla di impatto sul territorio e di sostenibilità in senso stretto, invece, uno dei progetti peculiari avviati da Impact Hub è Rice House, che sfrutta la lolla del riso nel mondo dell’edilizia.