Gli effetti del cambiamento climatico sono sempre più evidenti e frequenti. In Italia ad un periodo di grande siccità che durava – interrotto da qualche sporadica pioggia – dalla fine del 2021, si è sostituita ora una situazione caratterizzata da grandi piogge dovute a flussi provenienti dal nord Europa. Con effetti devastanti in Emilia Romagna, dove la conta di vittime e sfollati non è ancora definitiva ma è già pesantissima.
Per il futuro una delle prospettive più probabili è che ci sia sempre più un’alternanza tra situazioni estreme di questo tipo: lunghi mesi di siccità e momenti di violente precipitazioni. In questo contesto si stanno intensificando anche le azioni dimostrative degli attivisti e delle attiviste per il clima finalizzate a sensibilizzare le persone e spingere le istituzioni a intervenire con scelte politiche decise.
I fatti di questi giorni in Emilia Romagna non fanno che avvalorare le proteste per il clima. In questi giorni i ragazzi e le ragazze di Fridays For Future Torino stanno portando avanti un’occupazione – mercoledì 17 e giovedì 18 maggio – nel cortile del Campus Luigi Einaudi dell’Università di Torino nell’ambito delle iniziative “End fossil” che in Portogallo, per esempio, hanno portato a risultati importanti: “Lì hanno reso obbligatorie delle ore in ogni singola facoltà per parlare di crisi climatica” dice Giulio De Meo, attivista di Fridays. Il gruppo torinese contesta con questa protesta i grandi investimenti in Italia sui combustibili fossili. “Tra il 2019 e il 2021 l’Italia ha stanziato 2,8 miliardi all’anno di soli finanziamenti pubblici per i combustibili fossili, collocandosi al sesto posto al mondo tra i finanziatori delle energie fossili” riferiscono. Nei due giorni ci saranno anche diverse attività e interventi di altri collettivi universitari: la Tav uno dei temi che saranno toccati.
All’alba c’è stata anche un’azione di Extinction Rebellion Torino in corso Inghilterra di fronte al grattacielo di Intesa San Paolo, accusata di continuare ad aumentare questo tipo di investimenti, rallentando la transizione ecologica, per non rinunciare al profitto. Uno striscione denuncia la gestione del bilancio del 2022 mentre alcune frasi, scritte dal gruppo sul pavimento di fronte al grattacielo, contestano il comportamento della banca: emblematiche le parole “Firmate su carta riciclata gli investimenti all’industria fossile?”. Nessun commento è stato fatto da parte di Intesa Sanpaolo. Questa è però soltanto l’ultima delle azioni di Extinction Rebellion: nei giorni scorsi c’erano state proteste all’aeroporto di Caselle. Sedici le persone fermate e schedate dalle forze dell’ordine in occasione di quella protesta. Questa mattina 17 maggio, sono state invece cinque, denunciate anche per imbrattamento.