43 piani, 11 anni di cantiere e oltre 2mila persone che ogni mattina varcano i tornelli per raggiungere gli uffici. A poco più di un anno dalla sua inaugurazione, il Grattacielo della Regione Piemonte non passa il test delle opposizioni. Questa mattina i gruppi Pd, Luv, M5S, Unione Popolare, Verdi si sono recati all’entrata dell’edificio. Da qui il via a un sopralluogo organizzato in seguito a una serie di segnalazioni, arrivate sia tramite le rappresentanze sindacali (anch’esse presenti) che direttamente dai lavoratori.
Spazi freddi, sovraffollati, porte rotte, aree ancora chiuse e progetti saltati. “La struttura è stata aperta quando non era ancora pronta – dice Daniele Valle, vicepresidente del Consiglio Regionale del Piemonte -. Le condizioni dei lavoratori sono precarie, a partire da chi risiede all’ingresso e deve lavorare con il giaccone. Gli ambienti sono sovraffollati, la loro organizzazione dovrebbe essere ben differente. Il lavoro agile può rispondere al problema del sovraffollamento, ma il contratto attuale va modificato, allineandolo con quello del consiglio regionale”.
Si aspettano risposte su temi diversi. Dalla questione nella legionella nell’impianto idraulico ai percorsi per le persone diversamente abili che andrebbero migliorati. Su questi punti si focalizza anche l’intervento di Sara Disabato, M5S. Dall’esterno del grattacielo, indica una vetrata a lato: “Lì c’è un vetro rotto. Questa mattina abbiamo attraversato l’edificio, facendoci testimoni delle numerose aree dismesse. Avevano annunciato la creazione di una baby room per i figli e le figlie di chi lavora qui. Un progetto che, alla fine, non si farà”. Un sopralluogo che ha voluto essere anche un momento di solidarietà a Giulio Manfredi, dipendente della Regione dal ’93 e storico militante dei Radicali a Torino. Qualche settimana fa aveva criticato una prova di evacuazione non avvenuta in condizioni di sicurezza e in totale assenza di comunicazione. Per questo motivo era stato sanzionato e gli era stata decurtata un’ora di stipendio.
“Non siamo qui per una questione di danno, ovviamente – spiega Valle, che si prepara ad affrontare le prossime regionali come voce alternativa a Cirio -. Siamo qui per una questione di principio. Quanto denunciato da Manfredi aveva una sua ragione di essere. Come immagino il Grattacielo della Regione nel prossimo futuro? Innanzitutto, vorrei vederlo completamente finito. E poi, lo vorrei restituito alla fruibilità dei cittadini. In questo momento gli accessi sono difficoltosi, mentre vorrei che i piemontesi percepissero questo luogo come la loro casa e come un importante centro di servizi a loro dedicato”.