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Le insidie dei sondaggi. L’ultima lezione di Luca Ricolfi

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“Poco prima delle elezioni del marzo 2018 Forza Italia era data davanti alla Lega in tutti le rilevazioni demoscopiche. Alla fine il partito di Salvini ha preso più voti di Berlusconi”. La spiegazione? “Per gli elettori il voto alla Lega non era socialmente desiderabile perché era una scelta più imbarazzante rispetto al partito berlusconiano”. Luca Ricolfi, metodologo della ricerca scientifica e autore di numerosi saggi – l’ultimo in ordine di tempo è “La società signorile di massa” –  nel corso della sua ultima lezione da professore ordinario ha analizzato alcuni problemi legati alla contemporaneità e alla nostra epoca. Questioni che sono legate alle metodologie classiche utilizzate da gran parte delle scienze sociali, come per esempio l’individuazione dei campioni. “Le rilevazioni sulla rappresentatività nascondono delle insidie”, ha sostenuto Ricolfi.

Secondo il sociologo le rilevazioni impersonali (i questionari online o le mail inviate) forniscono sempre dei valori più vicini ed esatti rispetto a quello che i soggetti possono “pensare”. Un metodo differente rispetto all’approccio personale – è il caso delle interviste o delle telefonate – che invece non porterebbe a un buon risultato. Chiamate telefoniche che spesso molti istituti demoscopici italiani fanno ai cittadini, cioè all’elettorato. Il sociologo mette in guardia sull’affidabilità di questi misurazioni, chiamando in causa alcune problematiche di merito che riguardano la sociologia.  È il caso della desiderabilità sociale (o fattore di acquiescenza) che, secondo il sociologo, influenzerebbe i sondaggi politici, inducendo gran parte degli elettori a votare per una scelta più “rassicurante” e “conformista” rispetto al pensiero dominante all’interno della società.

Questa mattina, mercoledì 18 dicembre, nell’Aula 10 del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino questi temi sono stati affrontati da Ricolfi durante la sua ultima lezione del corso di Analisi dei Dati, alla presenza di numerosi studenti ed ex allievi.”Non abbiate troppa paura dell’esame. Voi prendete appunti copiosamente, anche quando sono inutili”, ha affermato in maniera sarcastica il sociologo.

A lezione conclusa, tra gli applausi dei presenti e un augurio di buone festività, Ricolfi ha parlato del suo futuro e di com’è cambiata l’Università, rispetto al 1994. Venticinque anni fa Ricolfi iniziava la sua esperienza accademica e partecipava alla costituzione della Facoltà di Psicologia dell’Università di Torino. “C’è ancora molto da fare. Mi occuperò ancora di ricerca: sono tanti i problemi ancora irrisolti nell’analisi dei dati”.

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RICCARDO PIERONI