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Lavoro condiviso: il coworking in pandemia

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Nell’ultimo anno milioni di lavoratori hanno trasformato le proprie scrivanie di casa in uffici, tentando di adeguare spazi inadatti e facendo i conti con un’alienazione sempre maggiore. Una soluzione al problema possono darla le strutture di coworking, realtà basate proprio sulla fruizione collettiva degli spazi, in grado, però, di reinventarsi e adattarsi alle esigenze che l’emergenza covid impone. Grazie a una flessibilità insita nel loro stesso concept, infatti, rappresentano un’opportunità di ritorno alla socialità in sicurezza.

In Italia sono circa 800 le strutture adibite ad uffici in condivisione, numero che sembra essere in continua crescita anche nell’anno della pandemia. E con 29 spazi, anche se molto lontana dai numeri di Roma e Milano, Torino è la terza città del paese per coworking. L’offerta è variegata e spazia dai grandi network, che offrono ambienti di design e numerosi servizi complementari, ai coworking indipendenti, con soluzioni più funzionali e convenienti, spesso anche settoriali, in cui il concetto di “community” è ancor più un valore aggiunto.

Che la pandemia non abbia segnato la morte del coworking lo confermano gli stessi addetti ai lavori. I più avvantaggiati sono sicuramente quelli che hanno la possibilità di mettere a disposizione spazi molto ampi, dove il distanziamento è più facilmente applicabile e, di conseguenza, è maggiore la percezione di sicurezza.

Uffici di Toolbox. Credit: https://toolboxcoworking.com/

Tra quelli che non hanno mai davvero chiuso c’è Toolbox, pioniere del settore a Torino, dove freelance e aziende si ritrovano a dividere gli oltre 10mila metri quadri di una ex fonderia del ‘900. “Gli uffici per le aziende sono sempre stati quasi tutti pieni, – dice Aurelio Balestra, CEO dell’azienda – ma anche le singole postazioni si stanno di nuovo riempiendo. Adesso sono occupate per il 50%: chi non vuole stare a casa viene qui, dove sa di trovare un ambiente più tutelato, con spazi ampi, soffitti alti e diverse aree esterne. Quello che manca sono gli eventi, che sono stati totalmente azzerati. Adesso la dimensione di social network fisico, che è poi la nostra vocazione, è venuta meno.” Alcuni eventi, però, continuano a tenersi online. Come il Freelance day che mette in contatto freelance e imprese.

Uffici di Spazio19. Credit: http://spazio19.it

Per le realtà che dipendono principalmente dall’affitto di postazioni singole, la situazione è più incerta. Spazio19, ad esempio, lavora per scelta solo con freelance. La struttura è stata pensata come un grande open space, che non è adatto alle aziende, ma che rappresenta l’ambiente ideale per chi cerca uno spazio stimolante di condivisione professionale, in cui scambiare idee e opinioni. Dall’inizio della pandemia, ad ogni lavoratore vengono forniti dei prodotti per l’auto-igenizzazione, in modo che ognuno possa portare la propria postazione al livello di sicurezza che ritiene più adeguato. “Ma non tutti quelli che vorrebbero venire possono farlo. – racconta Maurizio Grosso, founder dell’associazione – Molti non si sentono ancora sicuri a prendere i mezzi pubblici o non hanno potuto utilizzare la bici in questi mesi invernali. Ma le rinunce più comuni dipendono dalla situazione familiare: se i bambini non vanno a scuola, i genitori devono necessariamente rimanere a casa con loro. Con la ripartenza delle scuole ieri, alcuni stanno già tornando”.

La sempre crescente delocalizzazione delle aziende e le comodità della propria abitazione faranno dello smartworking da casa il futuro del lavoro? “C’è una perdita di capitale relazionale. È vero che puoi parcellizzare i lavori in modo da ragionare poi solo in termini di singole tasks, ma in questo modo si perde il valore aggiunto che fa la differenza tra le aziende. Ora più che mai poi si percepisce la voglia delle persone di stare insieme, perché il lavoro, per la maggior parte delle persone, rappresenta il principale strumento di relazione.” conclude Aurelio Balestra.

Le possibilità offerte dalle diverse strutture sono infinite e personalizzabili: stanze private, scrivanie condivise, uffici per riunioni. Gli spazi di coworking sono disseminati per tutta la provincia, basta trovare quello che fa al caso proprio.

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