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Laurearsi da casa, vita da universitari durante l’emergenza Coronavirus

Discutere la tesi dal salotto di casa: è successo, in questi giorni, a tutti quei laureandi costretti a rimanere nelle proprie abitazioni per l’emergenza Covid-19.

Durante la seduta di lunedì 16 marzo del Consiglio dei Ministri è stata prorogata al 15 giugno 2020 l’ultima sessione di laurea per l’anno accademico 2018-2019. Approvando il decreto-legge “Cura Italia“, sono state introdotte importanti misure di potenziamento del servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19. E gli articoli 100 e 101 riguardano gli atenei, per cui è stato istituito, per il 2020, il “Fondo per le esigenze emergenziali del sistema dell’Università, delle istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica e degli enti di ricerca” del valore di 50 milioni di euro. Buone notizie che però non tirano su il morale ai laureandi che, in questa sessione, sono stati proclamati dottori dietro lo schermo di un portatile. Ma che cosa si prova a laurearsi da casa?

La preparazione

Dietro la discussione di una tesi di laurea c’è un’enorme mole di lavoro: ricerche infinite, pomeriggi in biblioteca, serate in aule studio affollate e ore passate davanti allo specchio a ripetere il discorso finale fino alla nausea. Ma come si prepara un laureando costretto tra le mura della propria abitazione? Lo racconta Matteo, laureando magistrale in Ingegneria Gestionale al Politecnico di Torino. “La discussione di laurea nasce anche come un momento di gloria per uno studente e viverlo dietro un Pc non è la stessa cosa – afferma Matteo -. La discussione, più della proclamazione, è qualcosa di tuo. Per la prima volta dopo anni di studio, metti te stesso in una ricerca”. Ecco perché, ha aggiunto Matteo, discutere la prova finale in remoto rischia di far venire meno qualche motivazione.

La discussione

Ci sono venti candidati e cinque commissari riuniti nel salotto di Gessica, laureanda magistrale in Economia e Management. Non è l’inizio di una barzelletta, ma ciò che è successo in un lunedì pomeriggio di marzo al sesto piano di una palazzina di Grugliasco, in provincia di Torino. “Alle 14.15 ho cliccato sul link che l’Università di Torino mi aveva mandato via mail e mi sono ritrovata in videochiamata con parte dei miei colleghi e professori del Dipartimento di Scienze Economico-Sociali e Matematico-Statistiche”. È bastato un click per dare l’impressione di essere in Corso Unione Sovietica, sede dell’Università di Torino dove avrebbero dovuto riunirsi tutti per la seduta di laurea. Ma stavolta studenti e professori erano ognuno a casa propria. “Il comunicato è arrivato una settimana prima e venerdì scorso abbiamo fatto una prova per verificare il funzionamento dell’applicazione scaricata ad hoc per la video-laurea”. Dopo una prima fase di riconoscimento, si è passati all’accertamento che ci fossero tutti e poi alla discussione di ognuno dei candidati, che sono rimasti online per tutto il tempo per essere testimoni degli altri. “Io sono passata alle 16:30, le altre discussioni si sono concluse un’ora dopo. Poi i commissari si sono scollegati per venti minuti per assegnare i voti. Durante la sessione – racconta Gessica – qualche viso si palesava a scatti e il wi-fi ha creato non pochi disagi. Per non parlare della batteria del computer, esaurita nel bel mezzo della sessione. Ma quando il Presidente di Commissione ha pronunciato centodieci, credo che tutti abbiano visto il mio sorriso in webcam”.

La proclamazione

Una stretta di mano della commissione, un abbraccio e un bacio dei parenti che si ritrovano nelle occasioni speciali. Sono questi i piccoli gesti di cui Martina, 25 anni e neo dottoressa in Giurisprudenza e scienze politiche all’Università del Piemonte Orientale, ha sentito la mancanza, pur nella felicità del giorno della sua laurea.

 

 

 

La parte più difficile, cioè la discussione della tesi, se l’era già messa alle spalle lo scorso 20 febbraio faccia a faccia con i professori. La crisi dei debiti sovrani in Europa nel 2009 è il titolo del suo lavoro, un argomento che torna alla mente in questi giorni di incertezza per l’economia globale. Per il voto finale e la proclamazione però Martina non ha fatto in tempo a sottrarsi alla sospensione delle attività universitarie in tutta la regione. Così pochi giorni fa ha ricevuto la laurea a casa, in streaming: “Io e la mia famiglia ci siamo raccolti attorno al pc. La proclamazione è durata pochi secondi, niente formalità né discorsi di congratulazioni: uno dei professori aveva problemi con l’inquadratura della web cam, un altro era al parco con i figli” racconta. Stranezze che forse hanno stemperato la tensione, ma hanno anche sottratto solennità a un momento sognato per tanto tempo: “Mi aspettavo di provare grande gioia, di commuovermi come avevo visto fare ai miei amici in precedenza, invece è stato un po’ triste. Potrò raccontare di aver vissuto una laurea 4.0 durante una pandemia, ma l’emozione e il calore delle persone che rendono tanto speciale questo evento mi sono mancati”.

Anche Simone ha partecipato alla seduta di laurea dalla sua casa di Castelnovo ne’ Monti, in provincia di Reggio Emilia, in compagnia dei genitori e dei fratelli. I complimenti e la stretta di mano, per il momento, sono rinviati a data da destinarsi.

 

Martedì 17 marzo Arianna è diventata a tutti gli effetti una scienziata. “Un lavoro come gli altri – spiega lei – in cui servono anni di insuccessi e tanta dedizione per raggiungere i primi traguardi”. Non si vergogna affatto del titolo echeggiante. Anzi, ci tiene a raccontare la sua storia fatta di sacrifici e duro lavoro. “Mi sono immatricolata nel 2014 al corso di Chimica e Tecnologia Farmaceutica, una laurea magistrale a ciclo unico della durata di 5 anni. Dalla provincia di Reggio Emilia mi sono trasferita a Milano, dove ho sempre vissuto da allora. Questa facoltà mi ha permesso di acquisire conoscenze in molti ambiti, dalla chimica alla farmacologia fino alle biotecnologie. I ritmi sono molto serrati e per stare in pari è necessario un grande impegno, ma soprattutto tanta passione. In questo ultimo anno ho passato le mie giornate interamente in laboratorio. Ho capito quanto sia importante la ricerca scientifica e quanto poco sia conosciuta da chi non lavora in questo ambito. Vorrei che diventasse più alla portata di tutti e che affermare di fare la scienziata non risulti più come una frase assurda o presuntuosa, ma la semplice verità”.

 

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Nell’ultimo periodo anche due tirocini e tanti colloqui con i docenti, fino alla consegna della tesi avvenuta lo scorso febbraio. L’attesa dunque era solo per l’ultimo giorno, uno spartiacque in cui la discussione e una stretta di mano avrebbero chiuso il cerchio. Ma il coronavirus stravolge tutto. E così Arianna viene proclamata da casa. “La laurea telematica è stata comunque un momento molto emozionante. Ho condiviso questa particolare giornata con i miei genitori e con mia sorella, ma anche con gli amici che grazie alle nuove tecnologie hanno potuto seguire live la discussione e la proclamazione. Fino a pochi anni fa tutto questo sarebbe stato inimmaginabile. Sono felice di poter far parte di una generazione che ha saputo sfruttare al meglio tutti i passi in avanti nello sviluppo tecnologico. E in questo proprio la scienza e la ricerca sono fondamentali. Ricorderò per sempre questa giornata: ovviamente è mancata la festa con le persone care, ma sono sicura che la recupereremo in grande una volta che tutto questo sarà finito”.

 

Le impressioni post proclamazione

Dario, 25 anni, ha tanti progetti per questo 2020. A settembre prenderà la mano di Alessia per costruire insieme una famiglia. Dario e Alessia vivono in un collegio universitario di studenti sui colli torinesi, a Villa San Giuseppe.

Dario non era solo quando il 9 marzo si è laureato nella saletta computer del collegio. C’erano tanti coinquilini ad assisterlo durante la seduta a distanza. Il primo obiettivo lo ha così raggiunto conquistando la Laurea magistrale in Psicologia Clinica Salute e Interventi nelle Comunità. Il dottor Lavenia spiega che questa tipologia di discussione della tesi lascia meno spazio all’emotività; il fattore ansiogeno è temperato grazie al filtro degli strumenti tecnologici. Sciolto e in pantaloncini, ha discusso la tesi dal titolo: “Storia ed evoluzione nelle comunità terapeutiche. L’utilizzo dello psicodramma nel progetto Da Storia nasce Storia al centro torinese di Solidarietà”. Il volume è stato esposto in bacheca, possono consultarlo tutti gli abitanti “villici” (così amano definirsi gli studenti residenti a Villa San Giuseppe). La tesi cita il caso “Da Storia nasce Storia” che è stato il primo programma televisivo nel mondo a realizzare il progetto dello “Psico-cinema” di Jacob Levi Moreno. Fu un esperimento di psicodramma televisivo. Un laboratorio ideato e diretto da Ottavio Rosati in collaborazione con RaiTre, Teatro Stabile e Teatro Regio di Torino. Negli anni della Rai sperimentale di Angelo Guglielmi.

I “villici” hanno omaggiato il neodottore siciliano con una festa sobria che Dario ricorderà a lungo: mentre stappava lo spumante andava online il discorso storico del premier Giuseppe Conte. L’Italia intera in quel momento si fermava per la prima volta dal dopoguerra.Villa San Giuseppe ai tempi dell’emergenza Coronavirus è una sorta di luogo rifugio del Decameron dove i colleghi e amici di Dario stanno riscoprendo l’essenza delle relazioni umane e il contatto vero con la natura.

 

 

FEDERICO CASANOVA

CHIARA MANETTI

LUCA PARENA

NICOLA TEOFILO

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