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L’Art Brut di Giorgio Barbero a Palazzo Barolo

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Giorgio Barbero ha 76 anni e oggi vive in un gruppo appartamento a Torino. Per anni, a cavallo tra ‘80 e ‘90, è stato ospite dell’ex ospedale psichiatrico di Collegno, quel manicomio dove prima del 1978 vivevano seimila persone. Oggi – grazie alla legge Basaglia – l’etichetta di matto ha lasciato il posto a quella di persona. Barbero per tutti oggi è l’artista piemontese della Art brut, il genere artistico che cataloga le opere realizzate proprio dai pazienti psichiatrici. Una quindicina di suoi dipinti, conservati dal Centro Basaglia dell’Asl Torino 3, sono esposti a Palazzo Barolo in via Corte d’Appello. La mostra, intitolate ‘Visioni fra cielo e terra’, è stata inaugurata il 23 maggio e resterà aperta fino al prossimo 17 giugno.

Due opere di Giorgio Barbero e le sculture di Francesco Sena

Le opere di Barbero sono state realizzate in vari momenti durante la permanenza a Collegno e anche in una fase successiva, e sono caratterizzate da due stili differenti. Oltre a una selezione di dipinti orientaleggianti, il grosso del corpus è composto da tele che rappresentano paesaggi alieni, dove il tema della scoperta dell’universo è affrontato attraverso la raffigurazione di asteroidi. “Giorgio diceva spesso di viaggiare su un razzo a tre propulsori – ricorda Lillo Baglio, custode dell’archivio delle cartelle cliniche dell’ex ospedale psichiatrico di Collegno -. Nei suoi disegni si percepisce il desiderio di viaggiare alla scoperta della mente”.

Barbero, che non produce più da circa vent’anni, è ospite dell’edificio seicentesco, oggi sede dell’Opera Barolo. L’esposizione intende rivalutare un personaggio importante nel panorama dell’Art Brut piemontese e offrire spunti di riflessione sulla trasformazione della psichiatria, dopo la svolta impressa dalla legge 180 che, quarant’anni fa, chiuse i manicomi. Attraverso il linguaggio dell’arte contemporanea, nelle cinque sale degli appartamenti è stato costruito un un dialogo a due, stanza per stanza: alle pareti sono esposti i quadri di Giorgio Barbero, mentre a terra sono collocate le sculture e le installazioni di diversi artisti. In mostra ci sono infatti anche gli abiti di Giuseppe Versino, il libro visionario di Mario Bertola, un’installazione luminosa di Enrico De Paris, le sculture di Francesco Sena, e le opere di Maya Quattropani, Cosimo Cavallo, Roberto Zaiacometti (in arte Obyone) e un allestimento organizzato dall’Archivio Simone Sandretti.

MARCO GRITTI

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