Ufficiali e sottufficiali dell’Arma dei carabinieri in aula accanto ai docenti universitari per affrontare con gli studenti di Giurisprudenza tematiche legate alla tutela dell’ambiente e del patrimonio artistico e, più in generale, per promuovere la cultura della legalità. Accade a Torino, dove nella mattinata di giovedì 4 maggio il rettore dell’Università Stefano Geuna e il generale Giuseppe Di Stasio, comandante della legione dei carabinieri del Piemonte e della Valle D’Aosta, hanno firmato un protocollo che porterà all’ampliamento dell’offerta formativa dell’ateneo già a partire dal prossimo anno accademico.
Le novità riguardano il corso di studi in Diritto per le imprese e le istituzioni, e in particolare il percorso per operatore giudiziario e dei corpi di polizia, uno dei più gettonati dagli studenti. Dal secondo semestre del prossimo anno, gli iscritti potranno frequentare lezioni svolte in collaborazione con l’Arma, che si aggiungeranno a quelle già realizzate in convenzione con il Corpo di polizia municipale. Gli argomenti? “Contraffazione di opere d’arte, tutela ambientale, azione investigativa all’interno della procedure penale, temi legati all’immigrazione e ai reati del web”, spiegano dal Dipartimento i docenti che hanno seguito l’iter per la definizione del protocollo e che ora si occuperanno dell’organizzazione dei corsi.
Il Master in criminologia con i carabinieri
La convenzione ha durata triennale e, tra gli obiettivi congiunti di Unito e Arma, c’è anche l’attivazione di un master di primo livello in Criminologia, dove il contributo dei carabinieri, anche dal punto di vista pratico, sarebbe prezioso. La programmazione è ora nelle mani del Comitato tecnico scientifico, costituito da un rappresentante dei carabinieri e tre dell’ateneo: i professori Raffaele Caterina, Valerio Gigliotti e Umberto Bocchino.
“In un mondo che cambia così velocemente – ha dichiarato il rettore Stefano Geuna -, l’Università si sta attrezzando per formare le nuove generazioni non solo in modo teorico, ma anche pratico. Portare agli studenti l’esperienza di chi questo lavoro lo vive quotidianamente sul campo è certamente un valore aggiunto, che rappresenta un ulteriore miglioramento nella qualità della formazione del nostro ateneo”.
Per il generale di Corpo d’Armata Gino Micale, comandante interregionale carabinieri “Pastrengo”, presente alla firma, il protocollo rappresenta “un atto che rafforza il legame dell’Arma con la società civile, cifra distintiva dei carabinieri”. “La nostra storia – ha ricordato dalla caserma “Giubergia” di piazza Carlina, luogo in cui nacque il Corpo dei carabinieri – si intreccia da sempre con quella delle comunità e questo luogo ne è testimonianza”.
“Credo che i punti forti del protocollo – ha concluso il generale Giuseppe Di Stasio – siano soprattutto due: la possibilità per noi di stare tra i giovani, trasmettendo loro un “metodo di vita” alla legalità, e la volontà di dare spazio alla pratica, con ufficiali esperti che declineranno in aula l’esperienza professionale maturata in tanti anni sul campo”.
Uscire dalla torre d’avorio, dunque, e uscire dalle caserme, per incontrarsi nel tessuto sociale della comunità, contribuendo alla sua crescita e alla sua formazione. Al centro la promozione della legalità, argomento fondamentale per chi, come i giuristi di domani, sarà chiamato ad occuparsene per professione e farà della difesa dei diritti la propria missione.