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La Via Libera. Il nuovo giornale su mafia, corruzione, immigrazione e ambiente

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Nasce oggi, 28 gennaio, “La Via Libera”,  rivista bimestrale e progetto online. Nasce dall’esperienza trentennale del mensile “Narcomafie” fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D’Amelio. Sarà il giornale dell’associazione antimafia “Libera” e “Gruppo Abele”.

Il progetto editoriale è stato presentato questa mattina, 28 gennaio, presso la sede della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi) a Roma.

Il primo numero del magazine è stato presentato da don Luigi Ciotti, presidente nazionale Libera; Federico Cafiero De Raho, procuratore Nazionale antimafia; Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi ed Elena Ciccarello, direttrice del nuovo giornale.

La Via Libera si occuperà di mafia, corruzione, migrazioni e ambiente. Sul cartaceo saranno stampate, su carta certificata, inchieste lunghe e approfondite, accompagnate da editoriali, commenti e infografiche. Sul sito, sempre aggiornato, saranno disponibili i video. “Racconteremo storie e proporremo analisi, per immaginare insieme un futuro realmente diverso. Dentro le notizie, ma fuori dalle facili indignazioni”, promette la direttrice Ciccarello.

La Via Libera sarà anche tra i lettori, con un ciclo di incontri pubblici, “perché è importante guardarsi in faccia”, osserva Elena Ciccarello. Abbraccia più generazioni e discipline, ospita firme autorevoli, anche giovani, e rubriche.

Questo primo numero, tra le altre, porta la firma di Rosy Bindi, ex presidente della Commissione parlamentare antimafia. Ma anche lo scrittore Carlo Lucarelli, l’economista Giuseppe De Marzo, l’antropologo Francesco Remotti.

“È una scommessa, perché nasce in un momento in cui i giornali chiudono”, fa notare Lorusso.

Don Ciotti invita tutti a “pungere sempre” e a restare in guardia. La scuola del giornalismo come cane da guardia è sempre la via maestra: “Ci sono zone d’ombra inquietanti presenti sul nostro paese. Occorre una rivoluzione politica per il servizio del bene comune. Occorre chiedere conto a chi governa, per combattere le disuguaglianze e rieducare la società”.

“Nel Paese che amo – ricorda Luigi Ciotti – l’analfabetismo di ritorno è del 30% contro il 15 in Europa”.

Falcone insegna: mafia ed economia si intrecciano. Così, il procuratore Cafiero De Raho denuncia: “Di mafie si parla sempre troppo poco. C’è una economia che viene sempre più mangiata dalle mafie. Le società mafiose si moltiplicano quotidianamente. Le mafie sono la zavorra delle nostre economie”.

NICOLA TEOFILO