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La Torino informale, inaugurata una mostra sugli anni ’50

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“Ci siamo divertiti molto”, dice il professore Francesco Poli, curatore della mostra Torino Anni ’50, un’esposizione che racconta la stagione dell’Informale a Torino e nel mondo, dal secondo dopoguerra al 1961. “Abbiamo provato – spiega il direttore della Fondazione Luca Mana – a spostare l’attenzione dalla decorazione alla collezione, seguendo i trend della società di oggi: al centro c’è l’unicità dell’oggetto inserito in uno spazio non caratterizzato. Quest’anno sono 60 anni dalla morte del pittore Pinot Gallizio, ad Alba: non viviamo di anniversari, ma ci piace ricordare le eccellenze del territorio attraverso queste ricorrenze”.

L’Informale è stata una fase fondamentale per il rinnovamento della scena artistica della città, con l’apertura verso gli scenari internazionali. Si tratta di una nuova corrente artistica che si afferma dopo la Seconda guerra mondiale in reazione al Novecentismo: esprime un linguaggio di libera espressività soggettiva. “Siamo riusciti – continua Poli – a creare un percorso fluido e sensato sul decennio in cui Torino ha costruito le basi affermarsi come uno dei centri della grande stagione dell’Informale, insieme a Milano, Roma e Venezia”.

In questo senso, l’inaugurazione della Galleria civica di Arte moderna (Gam) nel 1959 è stato un passaggio fondamentale: le attività espositive hanno portato numerosi artisti di calibro internazionale nel capoluogo piemontese. Questo ruolo si è consolidato con l’apertura di altre gallerie (Martano, Sperone, Stein, Persano, Tucci Russo), ma anche del Castello di Rivoli e di Artissima. Sono poi nate le fondazioni Sandretto Re Rebaudengo e Merz. “Vogliamo rilanciare l’attenzione delle nuove generazioni – conclude Poli – sugli artisti di questi anni, rendendo protagonisti i personaggi secondari”.

Da sinistra: il presidente della Fondazione Guido Appendino, il curatore Francesco Poli e il direttore della Fondazione Luca Mana

L’esposizione include oltre 70 opere realizzate da circa 50 artisti, italiani e stranieri. Tra i torinesi troviamo gli astrattisti del Mac, tra cui Albino Galvano, Filippo Scroppo, Carol Rama e Paola Levi Montalcini, e i protagonisti dell’Informale, come Luigi Spazzapan, Umberto Mastroianni, Mattia Moreni, Piero Ruggeri, Sergio Saroni, Giacomo Soffiantino, Mario Merz, Pinot Gallizio e Piero Sismondo. La mostra sarà disponibile dal 27 marzo all’1 settembre presso il Museo di Arti decorative della Fondazione Accorsi-Ometto, in via Po 55. Il costo del biglietto intero è di 14 euro, ma sono disponibili convenzioni consultabili sul sito.