La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

La sostenibilità? Ha bisogno di soluzioni diverse

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A Dogliani, il Festival della tv non sfugge al grande tema del tempo, la sfida ambientale. E la mobilità, ma soprattutto la sostenibilità energetica appaiono come due autentici rompicapi in questa complessa lotta per salvare il rapporto con il Pianeta e la sua vivibilità per l’uomo.

Come spiega Fabio Pistella, noto fisico italiano, quando si affronta il tema dell’energia, insieme al cambiamento climatico, la geopolitica dipinge “un quadro complicato”. “Fortunatamente è più facile affrontare il complesso di queste questioni, che non singolarmente un pezzo – dice Pistella – . Vogliamo essere autonomi, vogliamo avere certezza di disponibilità, vogliamo condizioni economiche gestibili, vogliamo essere parte del sistema e non essere ai margini”. Sono questi, per lui, i principi che devono guidare le nazioni del mondo nel perseguimento della sostenibilità energetica.

E quali sono le strategie per mettere a terra, per tradurre in fatti, questi grandi obiettivi ideali? Innanzitutto, la diversificazione. “Se punti tutto su un’unica soluzione, sei rovinato – spiega -. È necessario parlare di stoccaggio – continua Pistella – ma bisogna capire anche il concetto del backup. Se improvvisamente manca qualcosa devi avere una scorta”. E aggiunge: “Devo, però, avere anche delle fonti che io possa far partire in un schiocco di dita e la scelta allora è tra gas e nucleare”. Secondo Pistella, l’ostacolo maggiore non sono le tecnologie, poco sviluppate e incapaci di rispondere al cambiamento: “L’Italia lo può raggiungere la sostenibilità energetica, ma deve fare una piccola transizione e la transizione non è di tipo tecnologico, ma culturale”.

Pistella spiega che il nucleare, oggi, è completamente diverso da quello di cinquant’anni fa. “Si sta rispolverando un nucleare che è modulare, di piccole dimensioni e costruibile tutto in officina”. Anche le scorie, non rappresentano un problema: “Mentre prima l’energia si produceva come sottoprodotto, adesso il plutonio non viene estratto, ma rimane. Quindi si autodistrugge con una fortissima riduzione delle scorie”. D’accordo con Pistella, Ugo Salerno,  presidente e amministratore delegato di Rina, multinazionale di ispezione, certificazione e consulenza ingegneristica: “Il nucleare vive di una comunicazione ingiusta, si pensa che sia qualcosa di non sicuro. È qualcosa di quanto più sicuro che ci possa essere. Una centrale gestita correttamente riesce a portare vantaggio”.

Anche per le energie rinnovabili, la strada è tutta in salita. “Per realizzare un campo fotovoltaico, ci vuole un tempo di 18-24 mesi. In realtà, io ce ne metto sette anni a causa dei tempi autorizzativi che non riusciamo a comprimere”, denuncia Giuseppe Bergesio, amministratore delegato di Iren Energia. “Per il Piemonte ho dovuto contattare 33 enti. Poi c’è il problema dell’ultimo miglio autorizzativo. Ogni sindaco ha le sue esigenze”.

L’altro fronte è quello della mobilità sostenibile. Lo stop ai motori termici per le auto e i furgoni nuovi a partire dal 2035, approvato dai ministri dell’energia dell’Unione europea nel marzo 2023, insieme all’energia nucleare, è tra le questioni più dibattute nell’ultimo periodo. Quanti rischiano di perdere il lavoro? Cosa significherà per le aziende produttrici di veicoli e per la logistica? Molti si sono chiesti quale fosse il costo della sostenibilità.

Per Valter Lannutti, proprietario di un’azienda leader nel settore della logistica, che usa in tutto 4mila veicoli, di cui 1.500 camion, la decisione dell’Unione europea rappresenta un problema: “È necessario considerare i costi e i tempi della sostenibilità. Il parco circolante europeo conta 200mila camion, di questi solo 2mila sono elettrici. Trasportare le proprie batterie è molto costoso”, avvisa preoccupato. “La tecnologia migliorerà, ma non credo che nei prossimi anni il motore elettrico sarà il futuro. Il legislatore dovrebbe fare le leggi e non il tecnico”, aggiunge.

Con lui, al festival della televisione di Dogliani, insieme a Carlo Ghirardo, presidente di Itt Motion Technologies, Mirco Leonelli, Esg Strsategist per Bper Banca, anche Marco Do, direttore dell’area Comunicazione e Relazioni esterne di Michelin italiana. “Quando si parla di mobilità elettrica la comunità europea e politica si divide. Il punto di vista di un fabbricante di pneumatici è, in realtà, al di fuori di questo dibattito perché per noi rappresenta un’opportunità”, spiega. Un auto elettrica ha bisogno di pneumatici più resistenti al rotolamento e più silenziosi.

Nella transizione verso la sostenibilità delle imprese le banche svolgono un ruolo centrale. “Il legislatore europeo sta parlando chiaro. Ha individuato il sistema bancario come leva per mandare avanti tutto questo processo di transizione energetica ed ecologica”, dice Mirco Lionelli. Le banche, tuttavia, non devono solo occuparsi di dirigere i soldi verso gli investimenti sostenibili, ma realizzare anche un piano di sensibilizzazione e formazione del territorio. “Devono far capire a imprese e famiglie che la strada è questa e non si può più tornare indietro”, conclude Lionelli.

Marco Do, Carlo Ghirardo, Walter Lannutti, Mirco Leonelli e il giornalista Andrea Bignami

L’innovazione, però, non è solo l’introduzione di nuove tecnologie. “La sostenibilità sociale e lavorativa, insieme a quella ambientale ed energetica, sono fondamentali”, racconta Carlo Ghirardo. Da questa consapevolezza, nascono le Itt Talks, un format di eventi aperti a tutti i lavoratori e collaboratori dell’azienda, ma anche al pubblico esterno. Al centro temi di attualità, come la violenza di genere e la salute mentale.