Ci vuole tanta ironia per essere di sinistra. In un’arena politica sempre più social, il dibattito si fa a suon di meme. Spiritosi e a volte irriverenti, ma sempre sul pezzo: maestri assoluti nell’arte della satira ai tempi di Instagram, gli Hipster Democratici si chiamano Andrea Masino e Alessandro Ruggiero. Classe 1992, torinese il primo e rivolese il secondo, sono amici dal primo anno di Giurisprudenza e di politica ne sanno qualcosa per davvero. Abbiamo raccolto le loro risposte a #libertàepartecipazione, la call to action di Futura, in un’intervista a metà tra il serio e il meno serio.
“Fare politica oggi per chi è giovane non è facilissimo. L’offerta è abbastanza deludente, per lo meno a sinistra”, dice Alessandro. “Mancano strutture di partito che siano luoghi di aggregazione fisici”, aggiunge Andrea. “La politica si fa nelle strade, nei mercati, nelle piazze, nei circoli: bisogna entrare nella vita reale delle persone, più che in quella virtuale”. Sembra un paradosso, detto da chi gestisce una pagina Instagram da 116mila followers, ma è così: “Sicuramente smuovere il pubblico social può aiutare a generare dibattiti, a suscitare interesse e a spingere i ragazzi verso scelte partecipative che vadano oltre le polemiche da tastiera”. Se Alessandro fosse uno zoomer, confida, più che sui partiti punterebbe su movimenti come i Fridays for Future o Extinction Rebellion. “Lì qualcosa si agita”, precisa Andrea: “Da loro arrivano messaggi chiari che aggregano le persone e che le forze politiche potrebbero fare propri. In Germania i Verdi si sono affermati così, mi auguro possa accadere anche da noi”.
Tra isolamento e partecipazione gli Hipster Democratici optano un po’ di più per la seconda e la community che hanno messo in piedi lo dimostra. “Abbiamo creato la pagina Facebook per gioco, in un pomeriggio dell’agosto 2012, raccontano, con l’obiettivo di canzonare la nascente moda hipster attraverso i meme. Il 90% erano dedicati alla musica indie, che all’epoca era un fatto di nicchia”. Un gruppo di amici che andava ai concerti all’Hiroshima con le Clark’s ai piedi. “Poi Calcutta ha iniziato a passare in radio e l’indie è diventato pop. Da quel momento la pagina è schizzata in alto. Da inizio 2016 le abbiamo affiancato un gruppo Facebook che oggi conta 35mila iscritti”. Otto tra moderatrici e moderatori aiutano Andrea e Alessandro a rispondere ai messaggi e ai commenti, ma anche a selezionare i meme più divertenti da condividere su Instagram: “La community è la nostra forza e siamo ben lieti di offrire una vetrina a chi ha competenze grafiche migliori delle nostre. Anche i meme, che ormai sono diventati una specie di scienza autonoma, con tanto di prestigiosi esegeti, si sono evoluti. Spaziano dalla musica alla politica alle serie tv, intercettando gli interessi di tutti”. E il gruppo aiuta a tenere il passo della moda, in quella che è a tutti gli effetti una tendenza quasi canonizzata.
Le interazioni aumentano quando la cronaca fornisce spunti succosi su cui giocare, come la crisi di Governo o le serate di Sanremo: “Cerchiamo di essere sempre ironici e leggeri, Hipster Democratici nasce come luogo virtuale di aggregazione, per sorridere insieme”. A maggior ragione durante la pandemia, quando Alessandro e Andrea si sono lanciati anche nell’esperienza del podcasting: “L’idea ci è venuta nel periodo del lockdown di marzo, quando si facevano dirette Facebook o Instagram a tutte le ore. Di nuovo, siamo partiti per scherzo, senza un microfono e pubblicando su Spreaker. Ora lavoriamo con uno studio di registrazione e siamo nel palinsesto settimanale di Border, una web-radio torinese indipendente”. Hipster Democratici Show, “il primo podcast al mondo con l’accento piemontese”, tratta i grandi temi dell’attualità con un format fisso, che alterna le voci degli autori a quelle degli ospiti: “Abbiamo intervistato Giuseppe Civati, Willie Peyote è venuto a presentare il suo libro, ma tra gli invitati ci sono stati anche dei comici, come Luca Ravenna o Michela Giraud”.