La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

La lotta alla mafia nigeriana

condividi

La mafia nigeriana è una realche esiste da molti anni a Torino: un’associazione criminale che colpisce innanzitutto una comunità africana con più di 5000 persone (i dati sono del Rapporto 2018 dell’Osservatorio Interistituzionale sugli stranieri in provincia di Torino).

Gestisce il traffico di esseri umani, lo spaccio di droga e il giro della prostituzione. Gli uomini di questa organizzazione sono presenti nelle vie e nelle piazze, controllano aree di quartieri come Aurora e Barriera di Milano. Le prime indagini risalgono al 2003: una guerra in strada tra le diverse cosche in cui è suddivisa l’organizzazione. Sono passati più di 16 anni e il peggio sembra passato: in città quella che è conosciuta come “piovra nera” appare indebolita.

[aesop_video src=”youtube” id=”tYxPlwZOAzg” align=”center” disable_for_mobile=”on” loop=”on” controls=”on” mute=”off” autoplay=”off” viewstart=”off” viewend=”off” show_subtitles=”off” revealfx=”fromleft” overlay_revealfx=”fromleft”]

 

 

 

Una puntata di “Presadiretta” che parla della mafia nigeriana a Torino

“Si tratta di un’organizzazione che, a causa degli arresti e dei processi, sta andando incontro a una situazione di sbandamento”, dichiara Stefano Castellani, procuratore della Repubblica di Torino. “Dalle inchieste più recenti è emerso che molti appartenenti alla mafia nigeriana da Torino hanno deciso di spostarsi da Torino verso la Lombardia e l’Italia Centrale”.

Castellani è stato titolare delle più importanti indagini che hanno provocato la decapitazione dei vertici dell’organizzazione criminale. Una di queste è l’operazione “Atheneaum”. L’inchiesta, nata nel 2012 dopo una denuncia di una cittadina nigeriana a carico di due connazionali, ha portato all’arresto di 44 persone e all’individuazione di due cosche, “Maphite” e “Eiye”. L’operazione “Atheneaum” non avrebbe visto la luce senza il contributo della squadra Antitratta di Torino: un gruppo costituito da otto vigili urbani scelti e guidati dal commissario Fabrizio Lotito.

[aesop_video src=”youtube” id=”lNllNoh5EN0″ align=”center” disable_for_mobile=”on” loop=”on” controls=”on” mute=”off” autoplay=”off” viewstart=”off” viewend=”off” show_subtitles=”off” revealfx=”fromleft” overlay_revealfx=”fromleft”]

 

 

L’intervento del commissario Fabrizio Lotito nell’ambito del convegno “La tratta degli esseri umani: politiche di contrasto e di tutela delle vittime”

«La collaborazione tra l’autorità giudiziaria e le forze dell’ordine è stata importante per contrastare la mafia nigeriana – spiega Castellani- Diversi anni fa era più difficile colpire le principali attività dell’organizzazione: traffico di droga e giro della prostituzione».

La criminalità organizzata nigeriana, tra vincoli di segretezza e rituali di affiliazione, per molti anni ha esercitato il suo potere nei confronti dei connazionali. Persone che sono state costrette a trasformarsi in spacciatori o prostitute.

 

“Mafia Nigeriana”, l’ultimo dossier pubblicato dall’Osservatorio di Libera Piemonte

Ma c’è però chi si ribella. “Negli ultimi anni molte giovani nigeriane hanno sporto denuncia contro le loro sfruttatrici, le cosiddette “madame”, racconta Rosanna Paradiso, esperta Antitratta e consulente presso la Procura di Torino. I soldi guadagnati dalle prostitute nigeriane, nella maggior parte dei casi, non finiscono nella casse del sodalizio criminale ma nelle tasche delle sfruttatrici. “Abbiamo registrato pochi casi in cui i membri dell’organizzazione erano stati mandati sul posto a controllare le ragazze”, spiega Paradiso. Secondo l’esperta Antitratta ad essere colpiti dalla mafia nigeriana sono soprattutto gli uomini, le principali vittime della tratta. “Arrivano in Italia dopo un lungo viaggio e con pochi soldi. Finiscono per indebitarsi nel giro di pochi mesi con pusher di strada e trafficanti di droga».

 

[aesop_quote type=”block” background=”#282828″ text=”#ffffff” align=”right” size=”1″ quote=”Abbiamo registrato pochi casi in cui i membri dell’organizzazione erano stati mandati sul posto a controllare le ragazze"” parallax=”off” direction=”left” revealfx=”fromright”]

Dello stesso avviso è Jane Arnaugo, rifugiata nigeriana che vive da più di 7 anni a Torino. “La criminalità organizzata africana colpisce e sfrutta le persone più vulnerabili e indifese, arrivate in Italia piene di speranza e dopo tanti mesi di viaggio”. Arnaugo invita però a prestare attenzione su che cosa è mafia e cosa non lo è. “Ci sono molti miei connazionali che non hanno niente a che vedere con la mafia nigeriana: eppure sono coinvolti nella prostituzione e nel traffico di droga. La situazione è molto più complessa di quello che si può immaginare”.

Articolo tratto dal Magazine Futura uscito il 13 dicembre 2019. Leggi il Pdf cliccando qui.

RICCARDO PIERONI 

Articoli Correlati