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La grafica nei giornali, da riempitivo a protagonista

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Le notizie si trasformano in grafica e con la grafica. Il giornalismo coglie la sfida dell’informazione permanente e della sempre più semplice accessibilità dei dati, trasformando se stesso. Accattivante, immediato e rapido, l’utilizzo delle immagini può essere la risposta a lettori che con sempre meno tempo, ricevono ogni giorno una più grande quantità di informazioni.

Questa è l’opinione di Raphaël Zanotti, giornalista de La Stampa, per il quale le infografiche sono uno strumento fondamentale e in continua evoluzione per parlare ai propri lettori. Nell’incontro “Visual, il giornalismo immediato”, ospitato l’8 novembre dal Centro Nexa del Politecnico di Torino, il giornalista ha raccontato il suo tentativo di rappresentare la realtà attraverso le immagini, nella sua rubrica settimanale dal titolo “Data journalism”, che va in pagina sul quotidiano piemontese da marzo del 2016.

Catturare l’attenzione del lettore è una sfida sempre più complessa: secondo l’Istat il tempo medio che dedichiamo a leggere – un qualsiasi contenuto, dai giornali ai menù dei ristoranti – è di 18 minuti al giorno. Di questi, secondo il Pew Research Center, solo 57 secondi sono dedicati alle notizie. I giornali sono quindi posti davanti alla sfida di dover trovare nuovi modi per rendere l’informazione più immediata ed efficace.

È per questo che le infografiche hanno acquisito una sempre maggiore centralità nelle pagine dei quotidiani, dove facilitano la lettura delle notizie e forniscono dati supplementari. Da mero abbellimento, a strumento profondamente strutturato, l’impiego di metodi grafici ha alle sue spalle uno studio che parte dagli inizi del XX secolo, quando si è affermata la “psicologia della Gestalt”, cioè della forma e della rappresentazione.

Per realizzare i suoi grafici, Zanotti deve tenere in considerazione gli elementi che maggiormente interagiscono con l’occhio umano: “L’occhio umano percepisce subito la differenza tra la dimensione, l’orientamento, il colore e la tonalità”, e sulla base di questi elementi è possibile costruire un racconto che agganci il lettore.”Sperimentare in questo senso è sempre importante, un grafico ben fatto rende la notizia più immediata e comprensibile al lettore”.

L’«Hockey Stick» di Micheal Mann del 1999 rende comprensibile a tutti gli effetti del cambiamento climatico

“Oltre alla forma, la rete ha modificato anche il contenuto dei giornali”, spiega Zanotti. La pubblicazione di grandi archivi di dati da parte di organizzazioni e pubbliche amministrazioni consente il libero accesso dei cittadini a enormi quantità di dati. Per questo il giornalismo deve poter individuare i mezzi per trasformare questa mole indistinta di informazioni disordinate in notizie e conoscenza fruibile dai lettori. Per questa ragione Zanotti ha ideato la rubrica di data journalism del giornale torinese, sperando di poter ampliare questo settore nel tempo. Come spiega il giornalista, nel futuro le redazioni non potranno evitare di non investire nella formazione continua dei giornalisti, che dovranno essere sempre più dotati degli strumenti necessari per comprendere – e descrivere – la realtà in modi diversi e innovativi.

“Senza verifiche, il giornalista svolge un lavoro approssimativo e si espone a errori evitabili”, ha detto Zanotti. “Il reporter non può basarsi solo sulle sensazioni per scrivere un pezzo, una base di dati accurati e una presentazione grafica piacevole e funzionale sono le basi del giornalismo che non vuole soccombere”. Per il futuro, il giornalismo, esposto sempre più al confronto diretto con i suoi lettori, deve investire nella comprensione dei dati, strumento eccezionalmente utile anche per verificare la veridicità delle informazioni.

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