Dal 2020, le edicole torinesi che hanno chiuso i battenti sono 110, di cui il 94% esclusive, ovvero adibite alla vendita unica di quotidiani e periodici. Il mestiere del giornalaio sta scomparendo e sempre più edicole chiudono la serranda a tempo indeterminato. I dati preoccupanti arrivano da Paolo Chiavarino, assessore comunale al Commercio, che in Sala rossa ha risposto all’interpellanza della consigliera leghista Elena Maccanti, in merito alla crisi delle edicole e ai chioschi dismessi.
L’assessore promette una risposta rapida per la riqualificazione delle strutture abbandonate: “Sta lavorando un tavolo formato dall’assessorato ai Tributi e da quello al Commercio, insieme a dirigenti e funzionari: a settimane uscirà una delibera specifica sui chioschi dismessi e ci saranno novità”.
A Torino il numero complessivo di edicole è fermo a 287, di cui il 67% esclusive, una percentuale nettamente inferiore rispetto al 94% delle attività decadute o cessate. Questo evidenzia che ad avere la peggio è la carta stampata, nonostante le agevolazioni comunali derivate dall’approvazione del regolamento per la disciplina del canone unico n. 395, sottolineate dall’assessore Chiavarino.
Al 2023, i chioschi dismessi sono oltre 300. Chiavarino ha sottolineato i progetti di riconversione che la Città ha in programma, in seguito alla mappatura dettagliata dei chioschi dismessi sul suolo pubblico: “Stiamo studiando il miglior percorso giuridico da intraprendere per contrastare il fenomeno del loro abbandono”. L’opposizione, rappresentata dalla consigliera Maccanti, chiede tuttavia maggiore impegno nei patti di collaborazione per i beni comuni e parla del “rischio che i chioschi dismessi diventino un elemento di degrado”.