Non è rassicurante lo stato di salute dei ghiacciai. La crisi climatica e il riscaldamento globale stanno rendendo sempre più vulnerabili le Alpi. Il report di Carovana dei ghiacciai lancia segnali allarmanti per le montagne italiane e, in particolar modo, per le Alpi italiane. I risultati elaborati da Legambiente e dal Comitato glaciologico italiano sono stati presentati questa mattina in un incontro al Rettorato dell’Università di Torino. Bisogna intervenire e farlo presto, l’appello lanciato. È necessaria un’azione di resilienza che parta dal basso, rendendo i cittadini e le associazioni pungolo per un’azione politica tempestiva.
Il report di Carovana dei ghiacciai
Il report realizzato segnala l’aumento della fusione dei ghiacciai: i giganti di alta quota perdono superficie e spessore. Dall’altro lato, però, si registra anche una crescita del numero di frane, principalmente a causa della riduzione del manto nevoso. Sono i due indicatori principali su cui è necessario riflettere e intervenire. Non si tratta di un fenomeno degli ultimi anni, tutt’altro. Solo tra il 1850 e il 1975 i ghiacciai delle Alpi europee hanno perso circa la metà del loro volume. Il 25% della restante quantità, invece, si è perso tra il 1975 e il 2000. Fino ad arrivare ai primi 5 anni degli anni 2000, quando è andato perso un ulteriore 10-15%. A destare preoccupazione è lo stato di salute delle Alpi italiane che, tanto sul frontale occidentale quanto su quello orientale, registrano un regresso marcato. E la situazione riguarda anche il Glacionevato del Calderone e il Gran Sasso in Abruzzo. Mappando la crisi che sta rendendo sempre più fragili le montagne, i dati evidenziano criticità soprattutto in alcune regioni come la Valle d’Aosta, il Piemonte, la Lombardia e il Trentino.
Report Carovana dei Ghiacciai 2021 by C. Giuseppe Pastore on Scribd