di Raffaele Angius
Simona Di Stefano, 26 anni, interpreta Maria Maddalena nel celebre musical Jesus Christ Superstar, al Teatro Colosseo per tre sere dal 17 marzo. A fianco a lei sul palco Ted Neeley, il cantante e attore che interpretò Gesù nella storica pellicola del 1973.
Una produzione ventennale e Ted Neeley sul palco affianco a lei: com’è lavorare con un cast così importante?
Ormai mi esibisco con questa compagnia dal 2014 ed è stata la più importante delle mie esperienza artistiche. Lavorare con loro è stata per me un’incredibile occasione di crescita artistica e umana. E la presenza di Ted cambia tutto sia dal punto di vista artistico che storico. Interpreta un ruolo che ha inventato lui stesso quasi cinquant’anni fa e dalla sua esperienza ho imparato qualcosa ogni sera, sul piano umano oltre che professionale.
In passato ha recitato soprattutto in musical, con produzioni come West Side Story e La Febbre del Sabato Sera. Si può dire che sia il genere che le calza meglio?
In realtà la mia passione per la musica inizia fin da bambina con l’opera classica. Quando ero piccola, i miei genitori collezionavano dischi di Maria Callas e ricordo che passavo ore ascoltandoli e cercando di imitarla. Dopo ho iniziato ad ascoltare musica più moderna, soprattutto jazz e rock. Direi che la musica in generale è la mia grande passione.
E ora interpreta un ruolo centrale in uno dei più famosi musical di tutti i tempi.
Infatti! Sento una grande responsabilità nel lavorare in questa produzione e in particolare con Ted. Però adoro quello che faccio e la fama di questo spettacolo mi consente di confrontarmi con un pubblico diverso ogni sera. Siamo tornati da poco da una tournée in Olanda di due mesi ed è bellissimo vedere che, nonostante la lunga storia di questo spettacolo, tutti ci accolgono ancora con grande entusiasmo.
Lei interpreta un ruolo carico di grande significato anche simbolico. Cosa rappresenta Maddalena?
Vedo questo personaggio quasi come un simbolo della figura della donna nella storia. In alcuni Vangeli, Maddalena sembra più importante degli stessi apostoli e in altri quasi non viene menzionata. Nonostante abbia un ruolo così importante al fianco di Gesù, spesso è dovuta rimanere nell’ombra, un po’ come tutte le donne del tempo, ma mostrando anche un grande desiderio di riscatto. Quello che mi piace della Maddalena di Jesus Christ Superstar è che torna ad assumere un ruolo centrale nella narrazione, mettendo in discussione la figura della donna attraverso tematiche comuni.
Visto il suo ruolo, posso chiederle che rapporto ha con la religione?
È una domanda che richiederebbe ore (ride, ndr). Diciamo che credo in qualcosa ma non sento di appartenere a nessuna religione organizzata. Attingo da tutte perché credo che tutte attingano dalla stessa matrice. Le religioni secondo me nascono da un comune bisogno e cercano di rispondere in modo diverso alle stesse domande. Per questo mi piace interpretare Maddalena: mi dà l’occasione di portare in scena ogni sera una storia che ha animato interi popoli, usando un linguaggio universale sia nello spazio che nel tempo.
Com’è lavorare viaggiando sempre?
È nel mio carattere: se potessi, sarei sempre in giro con la mia valigia. Attraverso il viaggio non arricchisco solo me stessa ma anche chi mi sta intorno. Quando sei abituata a viaggiare costantemente, ti accorgi che ogni volta che torni a casa porti con te qualcosa di nuovo. Il viaggio è la mia dimensione.
Vede nuove esperienze professionali nel suo futuro?
Ci sono progetti intorno a Jesus Christ Superstar che speriamo di portare avanti, ma per ora non posso parlarne. Quest’anno ho anche interpretato Anita in West Side Story, ed è stato un grande sfogo poter recitare in un ruolo diverso e così divertente. Ma nel mio futuro sogno di poter fare concerti con la mia musica. Ora canto con la band di Jesus Christ e musicalmente siamo in grande sintonia, vorremmo proporre dei nostri brani.
Pensa che il teatro sia ancora in crisi come lamentano molti?
Si dice che in Italia ci sia poca partecipazione. Forse noi siamo fortunati perché Jesus Christ Superstar affronta tematiche condivise e vicine alle persone. Io lo chiamo il neverending show. Ma anche nel resto d’Italia vedo fiorire tante nuove produzioni e musical, che non sono mai stati un genere molto diffuso nel nostro paese. Vedendo il mercato dall’interno, direi che le cose non vanno così male, o almeno voglio essere positiva.
La carriera teatrale non è per tutti, eppure tanti la sognano. Come capire se si è portati a fare questo mestiere?
Secondo me è qualcosa che senti. Consiglio di non rinunciare mai, anche se la famiglia o la scuola non dovessero capire. Io ho lottato e mi sono scontrata con un ambiente nel quale mi si chiedeva di scegliere qualcosa di meno incerto, ma è stato grazie alla fiducia in me stessa e all’amore che nutro per l’arte che sono riuscita a raggiungere questo obiettivo. E poi è importantissimo studiare tanto, documentarsi e cibarsi di musica e teatro.