Ascoltare e raccontare. Partire dalla comunità e fare “social journalism”. Essere al servizio della società.
Un doppio incontro tra Italia e Stati Uniti con due protagonisti: Jeff Jarvis e Angelo Paura.
“Il giornalismo non è un prodotto e nemmeno un contenuto. È una relazione” afferma Jeff Jarvis, tra i massimi esperti dei media e professore di Journalism Innovation del Craig Newmark Graduate School of Journalism alla City University di New York. “L’obiettivo del giornalismo è quello di produrre conversazioni e coinvolgere le comunità”.
Oggi, mercoledì 3 aprile, Jarvis ha parlato in video conferenza agli studenti del Master in Giornalismo G. Bocca su come l’informazione debba cambiare per poter sopravvivere. “Abbiamo una responsabilità. Ci troviamo davanti a una rivoluzione imposta dalle innovazioni tecnologiche. È una grande occasione per il giornalismo”. Un’occasione per recuperare il terreno perduto:”è necessario capire i bisogni di chi ci legge“. Secondo Jarvis, “per anni ci si è chiesti se il re fosse il contenuto o la distribuzione. In realtà la questione è il reame: occorre ascoltare i lettori”. Per questo, il giornalismo deve supportare delle conversazioni che siano informate e produttive. Una panoramica, quella di Jarvis, che non ha escluso anche esempi riferiti al panorama italiana. Un passaggio importante è stato dedicato alla rappresentazione degli stranieri e al compito, proprio dei giornalisti, di non rendere lo straniero un estraneo. E poi, tra i vari aspetti che hanno attratto l’attenzione di Jarvis e che da anni sono al centro delle sue conferenze e lezioni, restano i modi per sostenere le imprese editoriali: dal tramonto della pubblicità e delle metriche sul traffico, alla rinnovata riscoperta del paywall che spesso però si basa su un rapporto un po’ falsato tra testata o brand e i suoi lettori.
“Dobbiamo passare da un giornalismo del click baiting a un giornalismo di qualità e impatto” ha affermato invece Angelo Paura, giornalista freelance, corrispondente de “Il Messaggero” negli Stati Uniti e giornalista della startup NewsGuard. “Informare le persone su quello che sta succedendo nel mondo, che sia un quartiere o un piccolo paese”e saper “raccontare le comunità per entrare in maggiore contatto con il lettore”. Tra gli esempi riportati nella sua lezione, Paura ha usato il progetto Spaceship Media proprio come caso di studio tra le esperienze di conversazione tra comunità. Insomma, il vero antidoto alle camere dell’eco e alle bolle che si creano sui social e che aumentano la polarizzazione. Una panoramica, quella di Paura che non si è limitata agli esempi sui contenuti o alle forme che sta assumendo il giornalismo di comunità negli Usa, ma uno spunto interessante per ragionare anche sulla sostenibilità delle startup giornalistiche e sui modelli di business.
Jeff Jarvis dal 4 aprile parteciperà alla XIII edizione del Festival internazionale del Giornalismo di Perugia e sarà presente in quattro panel: “Criticare Facebook? Certo! Lasciarlo? Perché? , “Lo scandalo “Der Spiegel” e la maledizione dello storytelling, La conseguenza della regolamentazione europea in campo tecnologico e Il business dell’informazione: tutto ciò che un giornalista deve sapere .