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Quattrocento esuberi per Italia Online. I dipendenti scioperano: “Chiediamo aiuto al governo”

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“Cerchiamo un dialogo con il governo. Abbiamo seguito la vicenda Embraco e le operazioni del ministro uscente Carlo Calenda. Vogliamo che succeda la stessa cosa anche con noi. L’azienda in cui lavoro era un pezzo glorioso di questa città”.

Quello che sta succedendo a Italia Online, ex Seat Pagine Gialle secondo Angeleri “è un’altra tegola sulla nostra città”. Antonello Angeleri, sindacalista e dipendente dell’azienda Italia Online da questa mattina alle 8 è davanti alla sede di corso Mortara 88 insieme ad altri duecento colleghi. Stanno scioperando. La sindaca Chiara Appendino è appena andata via, ma ha promesso che non li lascerà soli. “L’atteggiamento dei vertici della società è vergognoso. Una mancanza di rispetto verso le istituzioni, i lavoratori e le loro famiglie che non lasceremo soli”.

L’azienda che fa capo ad una delle industrie guidate dal finanziere egiziano Naguib Sawiris  nei giorni scorsi ha reso noto ai sindacati un piano di riorganizzazione, ancora da approvare dal Consiglio di amministrazione, che prevede la chiusura della sede di Torino. Questo comporterebbe 400 esuberi in tutta Italia, di cui 248 soltanto in corso Mortara. Agli altri 240 dipendenti di Italia Online sarà proposto un trasferimento nella sede di Assago. Ma qui lavorano molte le donne. Hanno figli. Credo sia ingiuste chiedere loro di trasferirsi”. L’intervento si aggiunge a un’altra decisione analoga presa l’anno scorso.

Il 15 marzo è in programma un incontro Ministero dello Sviluppo economico. “Il ministero dovrà ratificare questa falcidia. Ma questo non è rispetto istituzionale”. Al tavolo ministeriale saranno presenti anche la sindaca Appendino e il governatore del Piemonte Sergio Chiamparino. L’idea è quella di tenere alta l’attenzione delle istituzioni.

Angeleri spera che il 15 marzo comincino le trattative tra azienda e ministero. I sindacati, dice, dallo scorso giugno provano a parlare con i vertici di Italia Online senza risultati. “Vorrei ricordare che noi lavoratori rappresentiamo un utile per questa azienda. Non possiamo essere trattati così”.

GIORGIA MECCA