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Italia-Olanda, quando poteva valere una finale mondiale

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Nei ricordi di un trentenne di oggi probabilmente ci saranno i pomeriggi interminabili a giocare a Virtua Striker, celebre videogioco calcistico da bar ispirato, nella prima edizione, al Mondiale di Usa ’94. Siamo a metà anni Novanta: per i più fedeli, anche inizio anni Duemila. Tra le squadre più scelte dai giocatori, c’erano l’Italia, per amor patrio, e l’Olanda, bella e riconoscibile con la sua maglia arancione, ma non vincente.

Chissà se questa generazione si è mai immaginata un Mondiale senza entrambe. Eppure, nessuna delle due nazionali si è qualificata per l’edizione russa che partirà il 14 giugno. Italia-Olanda, che nel 1994 poteva valere una finale iridata, adesso è un’amichevole da ricordare solo negli almanacchi. L’Allianz Stadium di Torino ospiterà la sfida di questa sera (lunedì 4 giugno, ore 20.45). Si tratta della prima partita ufficiale in casa per la nuova Nazionale di Roberto Mancini, alla ricerca di un’identità e di calciatori validi per portarla avanti almeno fino all’Europeo del 2020.

Non sempre Italia-Olanda è stata un’amichevole. Almeno in quattro occasioni lo scontro è valso a molto. Un piatto ricco, preso tre volte dagli Oranje e solo in un’occasione dagli Azzurri.

Gli scontri importanti tra le due nazionali cominciano negli anni Settanta. Non stupisce: prima della generazione di Johan Cruijff, l’Olanda è stata sempre una squadra di seconda fascia. Con quella nidiata irripetibile, diventa una potenza mondiale: il “calcio totale” le ha regalato consensi di pubblico e successi in battaglie, ma la guerra, la finale mondiale del 1974, era andata alla Germania. Nelle qualificazioni per Euro ’76 Italia e Olanda si trovano in gruppo insieme. Le sorti del girone si decidono soprattutto nella sfida di Rotterdam, quando Cruijff, miglior giocatore del mondo per distacco, punisce due volte gli Azzurri nel 3-1 finale.

 

Passano quattro anni, ma non cambia il risultato. È il Mondiale argentino del 1978. le due squadre stavolta si scontrano nella partita decisiva del girone di semifinale. Difatti, si giocano un posto in finale. L’Italia ha cambiato volto, giovane e frizzante rispetto al 1974, e fa vedere, a detta degli esperti, il miglior gioco dell’edizione. Nonostante un torneo condotto in modo brillante, il commissario tecnico Enzo Bearzot viene bersagliato di critiche da parte dei giornalisti, perché avrebbe fatto giocare sempre gli stessi giocatori senza far mai rifiatare i titolari. In effetti la squadra è stanca, e contro gli olandesi regge solo 45 minuti. Passati in vantaggio nel primo tempo, gli Azzurri capitolano su due tiri dalla distanza di Enrie Brandts e Arie Haan.

 

La maledizione Oranje si interrompe solo nel 2000. L’Olanda dà la sensazione di poter vincere l’Europeo organizzato con il Belgio, e arriva alla semifinale con l’Italia da favorita. La partita si gioca ad Amsterdam. I tifosi olandesi riempiono stadio di arancione e si muovono all’unisono con gli undici in campo. Una superiorità numerica dapprima psicologica, poi reale: dopo mezz’ora di gioco, l’Italia resta in dieci uomini per l’espulsione di Gianluca Zambrotta. È il primo atto di una sfida epocale, destinata a rimanere nella narrativa sportiva. L’Olanda, capace di segnare 13 reti in quattro partite, assedia la difesa azzurra ma non riesce a bucarla. Neanche con due calci di rigore a favore, sbagliati da Frank de Boer e Patrick Kluivert. La squadra di Dino Zoff incassa come Jake La Motta: è un pugile costretto alla difesa ma che non si arrende alla superiorità dell’avversario. Di più: come altre volte nella sua storia calcistica, cammina su un precipizio con la sicurezza di non precipitarci. Ogni minuto che passa, le sfuriate olandesi si fanno meno intense. L’Italia non è in condizione di segnare, l’Olanda non è capace di farlo. Si va ai supplementari e poi a rigori. Gli Oranje si fanno ipnotizzare dal portiere azzurro Francesco Toldo, mentre quello olandese, Edwin van der Sar viene imbarazzato dal famoso “cucchiaio” di Francesco Totti. Finisce 3-1 dopo i calci di rigore. L’Italia incontrerà la Francia in una finale stregata, ma per il verso opposto.

 

L’ultima sfida tra le due nazionali arriva a Euro2008: Roberto Donadoni tenta di ripetere il successo di Marcello Lippi di due anni prima, ma la competizione nasce sotto una cattiva stella: già privi di Alessandro Nesta e Francesco Totti che avevano dato l’addio alla Nazionale, pochi giorni prima dell’inizio del torneo l’Italia perde per infortunio il capitano Fabio Cannavaro. La partita si conclude 3-0 per gli olandesi: una sfida senza storia tra due squadre che verranno comunque eliminate ai quarti di finale.

 

VALERIO BARRETTA