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Investire in Cina per far ripartire le aziende italiane

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Mentre l’Unione europea corre ai ripari per contrastare le pratiche di concorrenza sleale da parte delle imprese cinesi presenti negli Stati membri, il gruppo Intesa Sanpaolo guarda aldilà della grande muraglia con grande interesse. “La Cina è un paese trainante, soprattutto in questo periodo storico. Un bacino florido, anche per le piccole e medie imprese italiane e, soprattutto, piemontesi” ha dichiarato Stefano Cappellari, direttore commerciale imprese di Intesa San Paolo all’interno della conferenza online – organizzata insieme a Confindustria Piemonte – con il titolo “Strumenti, opportunità e prospettive per il post Covid in Cina”.

“Esportare prodotti e competere su mercati esteri è un’opportunità interessante perché le economie di alcuni paesi, in primo luogo la Cina, hanno patito meno la pandemia mondiale e oggi mostrano tassi di crescita elevati. Entrare in questi mercati è un’occasione per le imprese italiane e piemontesi. Ed è un fattore chiave per affrontare la grande incertezza di questo momento” ha dichiarato Alessandro Battaglia, presidente commissione internazionalizzazione e attrazione investimenti di Confindustria Piemonte. Apparentemente, i numeri non possono che avvallare questa affermazione. Le previsioni di crescita del PIL cinese nel primo trimestre del 2021 dicono che il Paese è cresciuto del 18,3% rispetto all’anno precedente (in cui ci fu un crollo al -6,8%). Un record, soprattutto per l’epicentro da cui è partita la pandemia che ha messo in ginocchio il mondo intero (anche se, questo balzo del PIL, potrebbe non essere così sensazionale).

A intervenire nella discussione è stato anche Huang Yu, general manager della filiale di Intesa Sanpaolo a Shanghai (sorta nel 1997). “Il settore energetico, quello dell’automotive e della componentistica sono i più promettenti per le società italiane in Cina” ha ha affermato. Nonostante la Cina stia favorendo un’innovazione tecnologica e industriale tale da scrollarsi via diversi stereotipi, rimane ancora la cosiddetta “fabbrica del mondo”, con un bacino di vendita e di manodopera pari al 20% della popolazione globale. “Nonostante la pandemia, la catena di distribuzione e produzione cinese non ha mai subito grandi rallentamenti, anzi” ha raccontato Huang Yu, che ha anche sottolineato la crescente attenzione del mercato cinese verso i prodotti Made in Italy (da record nel 2020), grazie anche alla China Import Export Fair.

Un bacino di esportazione che potrebbe essere sfruttato anche dalle aziende piemontesi. Attualmente, il 3,8% dell’export del Piemonte è infatti diretto verso la Cina (al terzo posto in Italia). “Grazie a Intesa Sanpaolo, questa percentuale potrebbe crescere, in favore di molte imprese della regione” ha dichiarato Riccardo Chiappello, direttore commerciale imprese.

Intesa Sanpaolo si pone quindi come testa di ariete per penetrare in un mercato tanto emergente e dalle grandi opportunità, quanto imprevedibile. “Il governo cinese può intervenire bruscamente in ambito societario e finanziario in qualsiasi momento. Ma abbiamo linee di comunicazione aperte per evitare che si presentino tali inconvenienti” ha evidenziato Huang Yu. Un futuro di scambio commerciale e finanziario tra Italia e Cina che, secondo Intesa San Paolo, non può che generare effetti postivi per le aziende del Paese.

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