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Carolina Kostner: “Ammiro chi concilia studio e sport”

Per due giorni, durante le competizioni di pattinaggio ai Fisu Games 2025, Carolina Kostner è stata una presenza costante a bordo pista o dietro le quinte, dove non ha mai smesso di osservare, dare consigli e tifare gli atleti e le atlete della delegazione italiana. A Torino la campionessa mondiale, e bronzo alle Olimpiadi del 2014, faceva anche parte dello staff tecnico di Yuma Kagiyama, vicecampione alle Olimpiadi di Pechino 2022 e oro nel pattinaggio singolo maschile ai Fisu 2025.

Carolina, tu hai portato la bandiera italiana alla cerimonia di apertura dei Fisu Games invernali di Torino 2025, cosa hai provato in quell’occasione?
È stata una grande emozione partecipare a questa bellissima cerimonia perché mi ricordava le Olimpiadi invernali di Torino 2006. Non riesco neanche a pensare che sono passati quasi vent’anni [ride, ndr.]. Per me è stato un grande onore essere stata scelta per portare la bandiera italiana e dare così il benvenuto a tutti gli atleti, che hanno grandi sogni e grande entusiasmo nel cercare di conciliare sport e scuola. È un’impresa per niente semplice. 

Qual è l’atmosfera che si respira ai Fisu Games? 
Ho visto tantissimo entusiasmo, anche tra i numerosi volontari, che ringrazio di cuore per il loro tempo e per essersi messi a disposizione così da rendere questo evento scorrevole, senza intoppi per tutti. Oggi c’era un pubblico bellissimo qui al Palavela. Ho girato per tanti impianti sportivi, ma questo è uno dei più belli che abbia mai visto. È emozionante vederlo pieno: ho dei ricordi stupendi di questo magnifico palazzetto. Essere riusciti a portare entusiasmo anche ai cittadini di Torino è un grande traguardo e spero che possa esserci nuovamente la possibilità di organizzare qui altri giochi in futuro. 

Qual è il significato del percorso universitario all’interno della carriera sportiva di un atleta?
Per alcuni di questi atleti sarà la gara più importante della loro vita, per altri invece una di passaggio, magari verso un mondiale o, chissà, verso l’Olimpiade dell’anno prossimo. È eccezionale che tutti, ragazzi e ragazze, non facciano solo sport ma che abbiano anche una visione del futuro dal punto di vista dell’istruzione. Vivere il villaggio olimpico e, in generale, il clima di questa manifestazione sarà per loro un’occasione importante di condivisione con studenti-atleti provenienti da tutto il mondo. 

Che cosa spinge un atleta a dare il meglio?
Penso che chi decida di fare sport ad alto livello, in realtà, è alla ricerca dell’eccellenza, non solo nello sport che praticano. Quindi direi essere la migliore versione di sé stessi in tutto quello che si fa e cercare di mettere in campo questa voglia di fare.

Cosa ne pensa delle atlete e degli atleti che si sono esibiti in questi giorni?
Credo che si debba innanzitutto fare loro dei sinceri complimenti per riuscire a conciliare lo studio con l’allenamento. Entrambe sono attività che richiederebbero tempo pieno e riuscire a conciliarle non è cosa da poco. Sicuramente lo sport aiuta tantissimo nell’organizzazione, a imparare già da giovani il time management, a riuscire a fare più cose insieme: per esempio, studiare mentre si viaggia, cercando di concentrarsi senza farsi distrarre da ciò che accade intorno. Per alcune atlete e alcuni atleti l’esperienza è un po’ più difficile perché non sono riusciti a mettere in campo quello che sanno di sapere fare. Ma io dico sempre: il valore di un atleta o di una persona non lo vedi da quello che fanno in gara, ma da come reagiscono dopo una caduta. Quindi faccio i complimenti a tutte e tutti, augurando loro di avere pazienza e di perseverare, soprattutto nei momenti difficili.

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