La Fondazione Donazione Organi e Trapianti (Dot) ha presentato il primo progetto di ricerca italiano per sfruttare l’intelligenza artificiale nel campo dei trapianti di organi. Lo scopo è ottimizzare i programmi di trapianto, dalla donazione alla realizzazione, per consentire ai medici di lavorare in modo più preciso ed efficiente. La Fondazione, costituita nel 2017, promuove la cultura del trapianto di organi “attraverso la ricerca e destinazione di fondi per il sostegno, la promozione e lo sviluppo delle pratiche terapeutiche”.
Mauro Rinaldi, Presidente di Dot, ha illustrato il progetto questa mattina, 9 aprile, presso il Villino Caprifoglio, sede della realtà no profit 1 Caffè Onlus. Rinaldi è intervenuto ricordando che fino a poco tempo fa “si operava secondo standard rimasti invariati per cinquant’anni, in termini di valutazione del paziente e dell’organo”, ma negli ultimi dieci anni si è assistito a un boom tecnologico che ha permesso di sviluppare tecniche sempre più raffinate in campo medico. Si tratta di un’iniziativa ambiziosa che combina medicina e bioingegneristica per sviluppare modelli basati sull’intelligenza artificiale. In particolare, il progetto avviato dal Politecnico di Torino e condotto dalla professoressa Cristina Bignardi, consigliera della Fondazione, vuole intervenire in tre aree principali: la ricerca del donatore, la conservazione e il trasporto degli organi e la formazione.
L’appaiamento donatore-ricevente è l’elemento che condiziona il successo del trapianto. Risulta quindi fondamentale identificare la compatibilità rapidamente e con la massima precisione. Altrettanto centrale è il tema del trasporto, ambito che la Fondazione conta di ottimizzare grazie all’utilizzo di droni che viaggino da un ospedale all’altro trasportando organi e materiale biologico. Lo scorso ottobre si è tenuto un volo inaugurale che, per la prima volta a livello nazionale, ha portato una capsula contenente campioni di sangue dal Centro Traumatologico Ortopedico alla Palazzina di Genetica delle Molinette. Per poter sfruttare al meglio le innovazioni tecnologiche è tuttavia necessario che il personale riceva una formazione specifica. E di questo si occupa il Politecnico lavorando a nuovi strumenti per preparare medici e ingegneri alle nuove sfide.
Marco Deriu, professore ordinario del Politecnico di Torino, ha sottolineato come l’utilizzo dell’intelligenza artificiale sia funzionale ad “affiancare i team clinici e guidare ogni fase del trapianto, dalla valutazione pre-operatoria alla gestione post-trapianto”. Perché come ricordato da Alexandra Tsipourakis, giovane ricercatrice che partecipa al progetto, “non vogliamo sostituire i medici ma supportarli”.
L’obiettivo non è solo migliorare i trapianti oggi, ma innovare la sanità del futuro. L’applicazione dell’intelligenza artificiale nei trapianti è solo uno dei modi in cui la tecnologia può trasformare per sempre la medicina e, di conseguenza, le nostre vite.