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Aumenta la povertà minorile: i dati del Piemonte

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Di bambine e bambini ne nascono pochi e quei pochi sono sempre più poveri: il nuovo rapporto Crc, il gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, mostra tutte le disuguaglianze regionali. Nascere nel Mezzogiorno significa avere il 50 per cento di probabilità in più di morire nel primo anno di vita rispetto a chi nasce in altre regioni. “L’invisibilità dei minori dovrebbe preoccuparci. Questo rapporto ci dice cosa manca: serve più responsabilità centrale” spiega Chiara Saraceno, sociologa.

I dati del Piemonte

Secondo i dati di novembre 2024, il 22,3 per cento dei minori piemontesi sono in stato di povertà relativa, in linea con la media nazionale, ma in aumento rispetto allo scorso rapporto. Nello scorso rapporto del 2021 la percentuale nazionale si fermava al 16,1. Il dato più preoccupante riguarda i minori stranieri non accompagnati presenti e censiti in Piemonte: in quattro anni sono 655 in più. In tema di educazione, “in Piemonte diminuisce la percentuale di abbandono scolastico, ma guardando a ragazze e ragazzi la situazione è molto diversa: i maschi ancora hanno un’alta percentuale di abbandono rispetto alle compagne” ha spiegato Emilia De Maria, referente Benessere e orientamento dell’ufficio scolastico regionale per il Piemonte. Anche la percentuale dei Neet, giovani che non sono occupati, non in formazione e non in istruzione, in Piemonte sta scendendo: arriva all’11,7 per cento.

Regione che vai diritti che trovi

“Dal rapporto emerge chiaramente un divario regionale presentissimo. L’autonomia differenziata in senso negativo è già un dato strutturale del nostro Paese” ha sottolineato Saraceno. Il tasso di natalità del Trentino-Alto Adige raggiunge i 7 punti percentuali, in Sardegna si ferma al 4,6 per cento. In Calabria il 44,9 per cento dei minori è in stato di povertà relativa, cioè sotto alla media nazionale. Il Trentino-Alto Adige ha il dato più basso: 13,4 per cento. Il divario fra nord e sud si vede anche sui dati relativi all’abbandono scolastico che riguarda i giovani fra i 18 e i 24 anni che hanno conseguito solo la licenza media e non sono inseriti in un programma di formazione. In Sicilia il 15 per cento degli under-24 rientrano in questa categoria ma se nasci nella provincia autonoma di Bolzano la percentuale arriva appena al 6,5 per cento.

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