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InCome, il progetto multiculturale di inclusione finanziaria

Sei lettere. “In” come inclusione, “co” come cittadinanza economica e opportunità di integrazione. “M” come migranti ed “e” come educazione finanziaria. Le attività degli sportelli InCome hanno un obiettivo chiaro: incentivare la cittadinanza economica e realizzare l’integrazione multiculturale nel settore della finanza. 

Aprire un conto corrente bancario. Conoscere la differenza tra una carta di credito e di debito. Imparare a gestire il proprio budget familiare. Essere consapevoli delle agevolazioni fiscali di cui si ha diritto. Possono sembrare azioni semplici. Eppure non lo sono, o almeno non sempre, soprattutto per chi proviene da paesi terzi, lontani migliaia di chilometri dall’Italia e con sistemi finanziari differenti.

 

Qui si colloca la “missione” del progetto InCome che da settembre 2018 mira ad annullare le distanze economiche abbattendo le frontiere linguistiche e culturali.  L’iniziativa nasce grazie al Fondo Asilo Migrazione e Integrazione (Fami) 2014-2020; è sostenuta dal Cespi, il Centro Studi di Politica Internazionale, dall’Osservatorio Nazionale sull’inclusione finanziaria dei migranti, dalla Feduf, la Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio, e dall’Ammi, l’Associazione Multietnica dei Mediatori Interculturali. Il progetto, che durerà fino al febbraio 2021, è co-finanziato dall’Unione Europa.  

L’idea è favorire l’autonomia dei migranti e il loro inserimento consapevole nel tessuto sociale e produttivo italiano attraverso la promozione delle pari opportunità di accesso ai servizi e ai prodotti finanziari.  

“L’iniziativa è nata dall’incontro tra il Movimento dei Consumatori – che ha basi consolidate in materia di cittadinanza economica e finanziaria – e Cies Onlus e Dedalus Cooperativa Sociale. Due soggetti che hanno una lunga esperienza di lavoro nell’ambito dell’immigrazione e della mediazione interculturale”, spiega Tina Napoli, consulente del lavoro. 

Napoli ha curato l’iniziativa che ha poi portato all’attivazione degli sportelli, nel dicembre dello scorso anno, in tre città: Napoli, Roma e Torino. Qui, équipe composte da operatori di Movimento Consumatori e mediatori interculturali offrono, gratuitamente, un servizio di informazione e orientamento, rappresentando la parte principale dell’attività di consulenza.

Nel capoluogo piemontese, in particolare, sono due gli sportelli attivi, entrambi collegati ai centri per l’impiego di due quartieri: Crocetta, con sede in via San Secondo e Barriera di Milano, con sede in via Bologna. “Da noi si presentano soprattutto persone africane e sudamericane. Le richieste variano in base al tipo di utente. Chi vive in Italia da molto tempo chiede cose ben diverse da un migrante appena arrivato”, spiega Fabio Scarmozzino, avvocato e responsabile del progetto InCome a Torino.                                                      

Le domande che più frequentemente vengono poste agli sportelli torinesi riguardano l’accesso al credito, bonus e agevolazioni fiscali, pagamenti di cartelle esattoriali e multe. E qui interviene il mediatore interculturale: “il suo ruolo è molto utile perchè le persone si aprono di più e noi riusciamo a capire qual è il problema da risolvere”, sostiene Scarmozzino. Lo sportello diventa così una “bussola” fornendo l’orientamento necessario a districarsi in questioni che possono risultare incomprensibili per chi non conosce il fisco italiano. 

“Si tratta di un servizio di informazione per il cittadino immigrato, la costruzione di un percorso di alfabetizzazione finanziaria a 360 gradi”, afferma Napoli. Un processo che richiede tempo e attenzione, capacità di ascolto e di dialogo. “Il nostro lavoro è legato alla fiducia: organizziamo molti incontri con le persone. L’obiettivo? Far emergere il problema e capire quale soluzione adottare”, spiega Scarmozzino. 

“É dal 2003 che collaboro con il Movimento dei Consumatori. In questi ultimi anni mi sono occupato spesso di migranti” – afferma l’avvocato – Con la nascita dello sportello InCome si è aperto un importante dialogo interculturale. E grazie a questo ora è più semplice risolvere i problemi economici e burocratici”. Il lavoro del mediatore interculturale così si interseca con quello del consulente giuridico o economico, dando vita a un mix inedito di competenze ed esperienze. “Abbiamo contaminato il modo di intendere la finanza. Stiamo vivendo un’esperienza unica nel suo genere”, conclude Napoli. 

 RICCARDO LIGUORI

RICCARDO PIERONI

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