Il 56% degli editori è preoccupato per il 2023. Di questo e altro si è parlato questa mattina (10 febbraio) all’inaugurazione della decima edizione del Master in giornalismo Giorgio Bocca di Torino nei locali della Cavallerizza. Per l’occasione è stato presentato da Nic Newman del Reuters Institute il rapporto “Journalism, media and technology” per il 2023. Tra gli ospiti nomi di spicco nel panorama giornalistico italiano come Luca Sofri direttore de Il Post, Annalisa Camilli di Internazionale, Paola Molino direttrice dell’Eco del Ghisone e Marco Bardazzi di Bea Media Company.
A questo link puoi ascoltare le interviste ai protagonisti dell’evento.
Il tema fondante della mattina è stata l’esposizione dei dati del Reuters Institute sulla fiducia degli editori per il mondo dell’informazione. Qualche dato: il 44% dei proprietari dei giornali sono fiduciosi per il 2023, mentre il 73% si dice preoccupato per la tendenza delle persone a evitare le notizie. Tik Tok, Instagram e Youtube sono i social su cui gli editori preferiscono investire.
Nel corso del dibattito sono stati anche toccati molti punti importanti per definire il futuro del giornalismo. Concetti come identità, qualità dei contenuti e rapporto con i fruitori dell’informazione hanno animato gli interventi delineando le strategie da perseguire.
Il giornalismo a servizio dell’impresa
Un altro tema di attualità è quello della comunicazione per l’impresa, che si serve degli strumenti del giornalismo: “Le aziende oggi diventano media company – sottolinea Marco Bardazzi – Alle imprese interessa cosa il giornalismo può fare per loro. Una competenza su tutte è quella di avere la capacità di comunicare riuscendo a raccontare una storia”.
E Bea (Be a Media Company) ne è un perfetto esempio: “Noi usiamo le competenze del mondo giornalismo, per parlare di storie di imprese. Ma non facciamo giornalismo, questo deve essere chiaro. Una qualità utile è saper raccontare una storia cogliendone l’essenza”.
Il giornalismo locale: storie di comunità
Il giornalismo locale spesso viene messo in secondo piano ma ha un ruolo fondamentale per le piccole realtà: “Sembra più facile ma noi raccontiamo la comunità vivendola da dentro – racconta Paola Molino, prima direttrice donna della storia del Piemonte – Rimane comunque fondamentale non chiudersi nel localismo. La capacità di ascolto è importante. Il nostro è un lavoro pericoloso e dobbiamo essere come dei cercatori di tartufi”.
Il Post, un giornale fuori dagli schemi tradizionali
Una testata che si è inserita negli ultimi anni nel complesso mondo dei media è Il Post, che ha un particolare approccio al giornalismo: “Spesso ci chiedono di vedere la nostra redazione immaginandosi chissà che – dice il direttore Luca Sofri – In realtà abbiamo lavorato per molti anni davanti al computer, come in un call center. Grazie ai buoni risultati degli abbonamenti, stiamo lavorando anche su cose più tradizionali. Spesso Le cose nuove sono quelle vecchie”.
Giornalismo per informare e non per intrattenere
Annalisa Camilli si è concentrata sui contenuti dell’informazione e nel modo in cui vengono raccontate le notizie “Esistono molti esempi di articoli che hanno l’intento di intrattenere il pubblico, invece di informarlo. Pensando al futuro del giornalismo è fondamentale basarsi sull’approfondimento e trovare storie innovative, a volte è meglio arrivare un passo dopo ma con un prodotto di qualità”.