Musicisti, prevenzione e salute. Tre elementi che sembrano non avere nulla a che fare tra loro, ma che l’associazione “In tempo” ha voluto legare indissolubilmente.
Nata a Torino e promossa dal Jazz Club, locale nel cuore della città e uno tra i principali palcoscenici nazionali della musica jazz, l’Associazione punta a creare una rete di musicisti e professionisti di altri settori, come la medicina, in grado di aiutare gli artisti del ritmo a prevenire e curare le patologie legate alla loro professione.
“Un musicista non è altro che un atleta del palcoscenico” e come tale ha bisogno di qualcuno che si occupi delle sue patologie. Lo dice il Professor Michele Naddeo, medico chirurgo specializzato in Neurochirurgia, ma lo dicono anche i fatti. Diversi studi hanno indicato i disturbi muscolo scheletrici, l’ansia da prestazione e i disturbi uditivi tra le patologie professionali più diffuse tra i musicisti. La pratica artistica e quella sportiva hanno molto in comune, come ripetere più e più di volte gesti di articolare complessità e in particolari condizioni emotive, che possono limitare o impedire la possibilità di esprimere pienamente le proprie potenzialità.
L’idea è di portare la questione in quei luoghi che formano molti artisti – i conservatori e le scuole di musica – attraverso un programma di prevenzione, utile sia agli studenti che agli insegnanti. Inoltre, l’associazione si occupa di realizzare un piano educativo e terapeutico per rimuovere e/o ridurre i fattori che portano allo sviluppo di patologie inerenti alla specificità dello strumento, coinvolgendo anche i musicisti in attività. All’origine di “In tempo”, infatti, ci sono stati una serie di convegni scientifici coordinati dal Professor Naddeo a tema “Patologie Professionali dei Musicisti”. Solo in Italia manca una struttura che si occupi principalmente di questo tipo di patologie: da settembre questo vuoto sarà colmato da uno sportello di check-up gratuito apposta per i musicisti.
“Bisogna intendere la didattica come comprensiva di quelle buone pratiche che consentono ad un musicista di continuare i propri studi e la propria carriera – ha detto Davide Botto, primo contrabbasso dell’Orchestra e della Filarmonica ‘900 del Teatro Regio e docente di contrabbasso presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino – Inserire queste buone pratiche creerebbe una nuova generazione di musicisti e insegnanti meglio informati”.
“Noi musicisti siamo per nostra natura un po’ matti e in questo essere un po’ matti troviamo parte del nostro godimento e magari della nostra ispirazione”, scrive Paolo Conte, padrino dell’Associazione insieme a Gianandrea Noseda e Furio DiCastri, in una lettera di ringraziamento.
“In Tempo” aspira a diventare luogo di unione per musicisti di qualsiasi genere. E musica e salute si fondono così a tempo di prevenzione.