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In Pianura Padana sono impennati i livelli di Pm10. Ma l’origine è il deserto

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Tra sabato 28 e domenica 29 marzo è stata registrata un’alta concentrazione di polveri sottili. Anche in Piemonte. Questa anomalia ha interessato l’intera Pianura Padana -ma anche la fascia adriatica dalle Marche alla Puglia – e soprattutto l’Europa orientale, dai Balcani al Mar Nero. Nel caso specifico del Piemonte, le concentrazioni di Pm10 – le polveri sottili – hanno raggiunto i 50-90 microgrammi al metro cubo. E altrove hanno superato la soglia dei 100 microgrammi – come nelle pianure del Veneto e dell’Emilia Romagna -, valori tipici degli episodi di inquinamento acuto nei mesi invernali. 

L’origine di questa situazione non è antropica. Si tratta infatti di polveri provenienti dai deserti dell’Asia centrale e dal Sahara, trasportate fino in Italia dai venti in quota. Queste sostanze  permangono disperse nell’atmosfera a lungo e possono essere trasportate da una parte all’altra del Pianeta, viaggiando anche per migliaia di chilometri a cavallo dei venti.

“Quello cui abbiamo assistito nei giorni scorsi è una conseguenza delle condizioni meteorologiche dell’ultima settimana con una vasta fascia di alta pressione estesa dall’Europa settentrionale fino alla Russia e depressioni sul Mediterraneo”, spiega Valentina Acordon, meteorologa di Nimbus, la Società meteorologica italiana. “Questo ha portato a correnti dal Sud ed Est in quota verso le nostre regioni. Correnti che, persistenti per più giorni, hanno trasportato fin qui le polveri del Sahara e anche delle zone aride ad est del Mar Caspio”. 

Si tratterebbe, allora, di un’anomalia che non avrebbe nulla a che fare con il traffico o il cambiamento climatico. Piuttosto, saremmo di fronte a un caso – per quanto raro – di inquinamento transfrontaliero.

RICCARDO LIGUORI