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Il rapporto con il benessere nella rassegna “Torino che legge”

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La lettura utilizzata per integrare ciò che non è familiare, distribuendo benessere nell’unione di immagini. Nel giorno conclusivo della rassegna “Torino che legge”, organizzata dal 8 al 15 aprile, si è tenuto l’incontro “Lettura, fonte di benessere: Teoria e buone pratiche a Torino”. Ad accogliere gli ospiti all’interno della biblioteca civica centrale, ci sono stati i saluti dell’assessore comunale alla cultura Francesca Leon: “la terapia della lettura è un modo per avvicinare le persone agli spazi e ai libri”.

La kermesse è stata l’occasione anche per riprendere il “patto per la lettura“. Questo documento stilato dal comune di Torino, riconosce nella lettura un diritto fondamentale per tutti i cittadini e la lettura come una competenza da diffondere nella comunità. Il patto cerca anche di formalizzare un’alleanza permanente fra tutti i soggetti istituzionali della filiera del libro e della lettura, le circoscrizioni della città e le realtà associative che riconoscono nella lettura una risorsa strategica.

Il rapporto tra lettura e benessere viene toccato soprattutto nella tesi sullo strumento della lettura in contesti residenziali per disabili intellettivi e psichiatrici: la tesi di Daria Borra si è concentrata sull’analisi di dati raccolti alla Residenza Assistenziale Flessibile “San Giuseppe” di Poirino. L’esperimento che ha coinvolto 5 persone di età completamente differente, è servito a dimostrare il percorso di unione che la lettura crea, soprattutto nell’esibizione ad alta voce. I risultati hanno evidenziato che l’attività di lettura in gruppo riesce a potenziare le capacità sociali di unione, lavorando sull’inclusione e condivisione tra cittadini.

E’ la lettura una nuova narrazione della città di Torino? Grazie all’aiuto del Salone del Libro riuscirà a diventare un’eccellenza del capoluogo piemontese? Per il linguista piemontese Gian Luigi Beccaria i libri e la lettura riusciranno a far risorgere Torino, grazie all’impatto sociale che hanno. I libri come testamento della città, la lettura come strumento per rievocarla.

 

VINCENZO NASTO

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