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Il Piemonte si tinge di rosso, i sindaci: “Basta rincorrere le varianti, curiamo le persone”

Pensare di ripartire con la pandemia in corso è un progetto ambizioso, ma si può tentare. A questo è dedicata la nostra inchiesta di comunità che sta affrontando le conseguenze del Covid-19 su alcuni settori chiave come turismo e commercio, intrattenimento, sport e spettacolo. E per questo siamo alla ricerca di storie.

“Mi sembra che stiamo andando verso un Piemonte in zona rossa, noi facciamo solo da traghettatori”. Il sindaco di Paesana, uno dei 22 comuni piemontesi colorati di rosso, fa i conti con l’impennata dei contagi: “Sono 28 – dice – solo 10 giorni fa erano 3”.

La zona rossa

Il nuovo Dpcm del 2 marzo 2021, ha introdotto regole più severe per quanto riguarda la zona rossa. Fino al 27 marzo sarà vietato qualsiasi spostamento dalla propria abitazione, fatti salvi quelli dettati da comprovate esigenze lavorative, di salute, o di necessità. Sempre consentito, in ogni caso, il rientro nella propria residenza. La grande novità è che non sarà più permesso far visita a parenti e amici, a differenza delle disposizioni in vigore nel periodo di Natale. Rimarranno chiuse tutte le attività non essenziali, compresi parrucchieri e centri estetici, che fino ad ora erano rimasti aperti anche nelle zone a rischio più elevato. Serrande abbassate anche per bar e ristoranti, che potranno continuare a svolgere attività di consegna a domicilio senza limiti di orario. Stop anche alle lezioni in presenza per le scuole di ogni ordine e grado.

Si punta alla vaccinazione

Il punto sulla situazione epidemiologica nel cuneese. Preoccupano le varianti, ancora difficili da distinguere. Solo 1 il caso accertato di variante inglese, registrato a Barge. Si punta tutto sulle vaccinazioni, completando in prima battuta quella degli over 80. Dopo il sopralluogo dell’Asl, sarebbe prossima l’apertura di punti vaccinali a Barge, Bagnolo, Paesano, Revello ed è in corso di valutazione anche un ulteriore point a Sanfront.

“La zona rossa è certamente uno degli strumenti necessari, ma l’altra misura è quella dei vaccini”, evidenzia Sergio Paschetta, il sindaco del Comune di Cavour da cui è partita la brusca risalita dei contagi. “Ma finché non c’è una copertura vaccinale adeguata – aggiunge – l’azione da intraprendere è quella della chiusura”. A Cavour sono 59 i casi positivi accertati, triplicati rispetto ai 18 dell’inizio della scorsa settimana.

“L’immunità passa anche dalla componente psicologica”

Proprio come sta accadendo a Barge. Solo 9 i positivi un mese fa, adesso saliti a quota 50. Ma la situazione sanitaria rischia di aggravare la portata di emergenze collaterali. “Speriamo che la zona rossa sia chirurgica nei tempi e nello spazio”, confida Piera Comba, sindaca di Barge. “I costi sociali ed economici sono ormai insostenibili – osserva la prima cittadina – Ci preoccupa il dato sociale legato alla chiusura delle scuole. Dalla Asl e dai servizi sociali ci viene segnalato che sono in aumento forme di ansia e di autolesionismo. La paura è che alla fine ci siano più danni che vantaggi da queste misure”.

È una sensazione diffusa tra gli amministratori, primi conoscitori dei territori. “Per noi è molto difficile – ammette la sindaca Comba – ma siamo convinti che l’immunità passi anche dalla componente psicologica. Forse – conclude – servirebbe un  cambio di passo a livello nazionale: che si smetta di rincorrere le varianti e si vada a curare le persone”.