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Il Piemonte deve ripartire dalle montagne

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“Il Piemonte non è senza le sue montagne”. Valorizzare i territori alpini per garantire loro un futuro, mettere le comunità al centro di una transizione che non può prescindere da un interesse e una riqualificazione delle aree di montagna. È stato presentato questa mattina,  il “Piano Montagna” dell’Unione nazionale Comuni Alpini del Piemonte, in vista della nuova programmazione europea 2021-2027. “Il nostro impegno”, ha sottolineato in apertura il presidente nazionale di Uncem, Marco Bussone, “è condividere proposte e attuare considerazione nel merito su quello che sarà la programmazione comunitaria nei prossimi anni”.

Come spiegato dal presidente della sezione piemontese dell’Unione, Roberto Colombero, occorre guardare agli errori del passato per fare in modo che gli investimenti non cadano nel vuoto. La parola chiave è “concretezza”, per questo le direttrici indicate da Uncem Piemonte su cui focalizzare l’intervento sono tre: partecipazioni delle comunità, meno burocrazia e tempi certi. 

Una maggiore struttura degli enti locali, permetterebbe ai Comuni di riunirsi in macro-aree, così da poter riunire le forze e gestire nel modo migliore gli importanti finanziamenti che arriveranno dallo Stato e dall’unione europea. Negli anni scorsi queste risorse non sono state sfruttate a dovere, si pensi che a fronte di un investimento da circa un miliardo di euro, tra il 2006 e il 2016, la popolazione che abita in montagna è calata del 1,1%, a fronte di un +2,5% regionale, dati inconcepibili per un contesto  come quello del  Piemonte, dove le alpi occupano più della metà della superficie totale.

“Bisogna costruire una strategia per superare le diseguaglianze che la pandemia ha accentuato, che non sono più solo tra Nord e Sud, ma sono divenute  rilevanti soprattuto quelle tra centri urbani e aree interne”, le parole di Colombero. La transizione quindi deve passare attraverso un nuovo patto tra zone rurali e metropolitane, la giustizia sociale e ambientale dev’essere il faro di tale  cambiamento. “La responsabilità è quella di consegnare alle future generazioni un mondo degno di essere abitato” ha sintetizzato Giampiero Lupatelli, economista territoriale, che da anni collabora con Uncem.

Per raggiungere una maggiore coesione e abbattere le diseguaglianze, non si può che partire anche dalla connettività. Il progetto del piano “banda ultralarga” per portare internet sull’arco alpino è in ritardo,  occorre sfruttare il momento è far sì che per chi lavora o studia sia possibile “fuggire dalla città” è tornare ad abitare le montagne.

“Non ci può essere un vero sviluppo del Piemonte se non c’è primariamente quello dei suoi territori montani”, ha  concluso Roberto Colombero.

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