Lunedì 11 maggio non sono previste riaperture anticipate in Piemonte. Il documento congiunto presentato dai presidenti delle Regioni al Governo non avrà conseguenze immediate sugli esercizi commerciali di vendita al dettaglio piemontesi in attesa di ripartire. Lo ha precisato il presidente Alberto Cirio questo pomeriggio, 8 maggio, a margine della conferenza stampa virtuale in cui sono stati annunciati i piani di monitoraggio della Regione. “Ho firmato il documento perché ritengo che sia giusto che i governatori possano muoversi in modo autonomo e che il Governo non dovrebbe negare le riaperture fino al 18 maggio per tutti” ha dichiarato Cirio. “Per ora non c’è ancora nessuna riposta da parte del governo, a tranne alcune dichiarazioni del ministro Boccia. Noi però facciamo le nostre scelte sulla base delle indicazioni che ci vengono date dagli scienziati che ci supportano”.
Non ci dovrebbero essere quindi sorprese sul programma stabilito dal Dpcm del 26 aprile. Da domani ristoranti e bar di Torino potranno partire con la vendita da asporto con i cinque giorni di ritardo rispetto al resto della regione definiti dall’ordinanza del 30 aprile. A questo proposito, il presidente Cirio ha voluto sottolineare come i cittadini siano autorizzati a entrare nei locali solo per ritirare prodotti ordinati precedentemente e non per fare le ordinazioni.
Monitoraggi sì, ma per elaborare i dati è ancora presto
Al centro della conferenza stampa c’era il punto sui monitoraggi che il Piemonte mette in campo per controllare l’andamento dei contagi da Covid-19 nella cosiddetta Fase 2. Oltre ai dati richiesti dal decreto del ministero della Salute del 30 aprile, elaborati settimanalmente a livello centrale, la Regione ha messo a punto una piattaforma open source con l’intento di avere ogni giorno un quadro completo della situazione in Piemonte. Perché questa raccolta di informazioni possa tradursi in valutazioni di merito sull’andamento dell’epidemia occorre però ancora pazientare: “Stiamo mettendo a punto l’algoritmo per capire se c’è il superamento di una soglia critica. Per il momento non è ancora possibile individuare delle aree omogenee in termini di contagio” ha spiegato il professor Paolo Vineis, epidemiologo tra i principali consulenti dell’Unità di crisi. La task force sanitaria guidata dal commissario Ferruccio Fazio ha poi definito un accordo con le sigle sindacali dei medici di famiglia piemontesi. Sono state poste le basi per fare sì che i tamponi per i pazienti possano essere chiesti e ottenuti direttamente da chi opera sul territorio, ma il percorso è ancora agli inizi.
Intanto l’opposizione tiene il punto sui problemi di gestione dell’emergenza. I capigruppo di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Liberi Uguali Verdi, Lista Monviso e Moderati hanno sottoscritto la richiesta di una commissione d’inchiesta per valutare se la Giunta ha fatto tutto il possibile per contrastare la diffusione del contagio: “Bisogna fare chiarezza sui provvedimenti e sulle procedure adottati in questi mesi. E ci piacerebbe che la maggioranza condividesse questo obiettivo, esattamente come è accaduto in altre Regioni”.