“Il Piemonte è la regione che consuma più acqua di tutta Europa e, contemporaneamente, quella con la siccità più grave. Stiamo vivendo una situazione senza precedenti, eppure quasi nessuno lo sa. La stessa Società metropolitana acque Torino (Smat) sta scavando pozzi attorno alla città di Torino a 140 m di profondità perché il rischio è che manchi acqua in città”. A parlare è Igor Boni, presidente dei Radicali Italiani. Boni sta manifestando di fronte alla sede del Consiglio regionale del Piemonte in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, per lanciare una petizione popolare, promossa dai Radicali italiani e l’associazione Adelaide Aglietta e rivolta proprio all’assemblea subalpina.
In Piemonte, l’utilizzo di acqua in agricoltura è pari a circa dieci volte il consumo di acqua nel comparto industriale e civile. Dei circa sei miliardi di metri cubi di acqua complessivamente utilizzati all’anno, quasi cinque miliardi vengono utilizzati nelle pratiche di irrigazione. “Livelli non più sostenibili”, sottolinea il leader radicale. Che rimarca come la coltivazione del riso rappresenti uno dei problemi principali: circa tre miliardi e mezzo di metri cubi d’acqua sono dedicati alla sommersione delle camere di risaia.
La proposta di Radicali e Associazione Aglietta chiede alla Regione di muoversi in una triplice direzione. Innanzitutto, l’attuazione di un’innovazione tecnologica per l’irrigazione, quindi la riduzione delle colture più idrovore. Tra queste ultime, rientrano anche le coltivazioni di mais irrigate a scorrimento superficiale, che in Piemonte coprono 200mila ettari e che secondo i radicali potrebbero essere sostituite da altre meno idroesigenti, per esempio dal grano. Soprattutto, però, “l’istituzione regionale deve fare campagne d’informazione a ritmo martellante per dire ai cittadini che la situazione non è più quella di un tempo”, afferma Boni.
Per i Radicali resta da comprendere per quale motivo tutte le campagne sul risparmio idrico si concentrino sull’acqua utilizzata per fare la doccia o per lo scarico. Non negano infatti che il risparmio sia importante, ma ritengono che in questo modo venga aggirato il problema principale: il volume d’acqua utilizzato in agricoltura per l’irrigazione. Da qui l’appello di Boni: “O si cambia coltura, o si cambia metodo di coltura”. Non ci sono altre vie.