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Il Piano del Politecnico per far ripartire le imprese, parla Guido Saracco

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Accompagnato dallo slogan #OgnunoProteggeTutti da oggi è online il Piano elaborato dal Politecnico di Torino, che ha coordinato una squadra di 80 esperti delle Università piemontesi, dei centri di ricerca, degli enti, associazioni, sindacati, imprese, start-up e società di servizio. Un vademecum di proposte per fare ripartire in sicurezza le imprese di tutta Italia nella fase 2, che comincerà da maggio, di questa emergenza sanitaria da coronavirus.

Il progetto si intitola “Imprese aperte, lavoratori protetti” ed è frutto di uno studio condotto da esperti, professionisti, rappresentanti di imprese e organizzazioni che ora si apre alla fase della concertazione e della condivisione di altre idee e proposte. Le conclusioni dei lavori della task force sono pubblicate qui.

Gli imprenditori possono diventare beta tester per applicare le misure e i protocolli previsti dal progetto. Tutti possono inviare suggerimenti. E la Regione Piemonte ha fatto sapere che adotterà il Piano per programmare la riapertura delle attività produttive nelle prossime settimane.

 

Il Piano al vaglio del governo

L’obiettivo ora è “nazionalizzare” il Piano che sarà sottoposto all’attenzione del governo guidato dal premier Giuseppe Conte, in particolare dell’ex amministratore delegato di Vodafone, Vittorio Colao, a cui è stato affidato il compito di elaborare strategie nazionali per la fase 2, per una ripresa graduale delle attività sociali, economiche e produttive. Il rettore del Politecnico Guido Saracco è fiducioso a riguardo: “Noi riteniamo di aver fatto un’operazione di servizio. Loro decideranno il da farsi”.

Lo studio del Politecnico indica i fabbisogni per i lavoratori italiani i quali necessiteranno di quasi un miliardo di mascherine al mese, 9 milioni di litri di gel igienizzante, 456 milioni di guanti, 2,1 milioni di termometri.

 

Saracco: “Serve una normativa sulle mascherine durevoli”

“Lo studio – precisa Saracco – è nato dalla consapevolezza che, se si vuole partire in tempi rapidi, occorre munirsi di sistemi di protezione semplici ed efficaci per le imprese. La normativa vigente inquadra solo le mascherine di tipo chirurgico con scarse prestazioni. Ecco perché non sono sufficienti. I lavoratori devono cambiarle ogni quattro ore. Nel nostro Paese manca una normativa che altri Stati come Francia e Spagna hanno messo in campo per garantire altri tipi di mascherine (in Francia le chiamano barriere). Mascherine che abbiano delle prestazioni elevate per essere reale e duraturo presidio, realizzate con tessuti lavabili. Ne basterebbero tre della durata di cinque giorni e richiederebbero una produzione inferiore. Ma bisogna muoversi in tempi rapidi per ottenere questi tipi di certificazioni. Nel frattempo si può spingere al massimo l’importazione di mascherine dall’estero”.

Il Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro non è sufficiente. “I sindacati hanno punti di vista differenti. Noi li abbiamo ascoltati come soggetti valutatori. Abbiamo considerato le osservazioni, ma poi ci siamo assunti la nostra responsabilità. La realtà – osserva il Rettore del Politecnico – è più complessa. Bisogna dare indicazioni più concrete e applicabili nelle piccole e grandi imprese. La priorità di questa fase è far ripartire presto le industrie e le fabbriche”.

 

Per il turismo e l’indotto servirà molto tempo

Se le scuole potranno riaprire a settembre senza rinunciare alla didattica a distanza – “il mio ateneo ha tanti studenti stranieri che non torneranno verosimilmente a settembre”, sottolinea Saracco – la realtà sarà ancora più articolata soprattutto per altri comparti produttivi. Pensiamo al turismo dove contano molto i numeri (la presenza massiccia di stranieri) e all’indotto legato a svago e tempo libero. Il prof. Saracco non esclude che per la ripresa del settore ci vorrà molto più tempo: “Abbiamo coinvolto una serie di aziende dell’ambito turistico. Con loro lavoreremo duro per cercare di dare risposte in tempi più rapidi e aggiorneremo il piano. Ma è possibile che ci vorrà molto tempo per il ritorno a una nuova normalità”.

NICOLA TEOFILO