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Il parco nazionale Gran Paradiso ha 17 ghiacciai in meno

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Nel 1958 i ghiacciai del parco nazionale Gran Paradiso erano 74, nel 2024 ne sono rimasti 57. L’aumento delle temperature nell’ambiente alpino pesa molto di più e la fauna ne sta risentendo. Per i giovani esemplari di stambecco sopravvivere al primo anno di vita è sempre più difficile. Pochissimi sopravvivono all’inverno: in 25 anni il tasso di sopravvivenza dei capretti è sceso del 30%. Gli stambecchi adulti stanno invece aumentando il loro peso. Una contraddizione che mostra i diversi effetti dell’aumento delle temperature nella conservazione delle specie del Parco. Con primavere sempre più calde e neve più rara l’erba cresce prima e matura troppo in fretta. Quando le femmine partoriscono manca l’erba più nutriente e il latte che danno ai capretti è meno sostanzioso. Gli esemplari adulti hanno invece aumentato il loro peso medio di circa 10 kg per la disponibilità d’erba che, rispetto alla neve, è sempre di più.

Dall’osservazione di questi cambiamenti nasce il nuovo volume Oltre i ghiacciai: Crisi climatica e nuovi equilibri nel Parco Nazionale Gran Paradiso. Si tratta di un progetto editoriale fatto sul campo “per trovare l’equilibrio fra rigore scientifico e divulgazione che aiuti le persone a comprendere il significato dei dati: dalla conoscenza si può passare alla consapevolezza di un tema che tocca tutti”, spiega Marcella Tortorelli, una delle curatrici del libro. Oltre i ghiacciai rappresenta l’impegno dell’amministrazione “a non trincerarsi: dobbiamo parlare con tutti, soprattutto con chi non la pensa come noi” – sottolinea Mauro Durbano, presidente del parco, – “la capacità del parco di raccogliere dati nel lungo periodo è un servizio fondamentale. C’è un arretramento dei ghiacciai visibile, ma ci sono altre conseguenze meno percettibili ma non meno gravi dell’aumento delle temperature”. L’obiettivo di questo volume, edito da Franco Cosimi Panini, è “la divulgazione, per far capire quanto il nostro comportamento possa influire”, spiega Durbano.

Angelo Robotto, l’assessore regionale Marco Gallo e Mauro Durbano durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo volume
presso il grattacielo della regione Piemonte

I ghiacciai sono sentinelle del clima che cambia, e le loro fragilità rappresentano un danno anche economico: “con il diminuire della biodiversità il Piemonte perde 6 miliardi l’anno: un ghiacciaio che scompare non è soltanto brutto esteticamente” sottolinea Angelo Robotto di Arpa Piemonte. Giovedì 15 maggio il volume sarà presentato al Salone del Libro di Torino per approfondire “numeri che lasciano impotenti”, ammette Bruno Bassano, direttore del Parco nazionale e fra gli autori del libro. “Alcuni studiosi svizzeri suggeriscono di coprire i ghiacciai con teloni, come ente nazionale non possiamo percorrere questa strada ma possiamo usare i dati per prevedere i cambiamenti” – continua Bassano – “la preoccupazione primaria è la forte riduzione di risorse idriche. Alcuni autori descrivono le nostre montagne come le future montagne nordafricane, quasi delle piccole oasi”. L’approfondimento individua un secondo punto focale oltre il caldo anomalo: l’abbandono dell’attività antropica. “Sul riscaldamento globale come Parco possiamo fare poco. Possiamo però fare azioni di conservazione pratica verso ambienti che si stanno trasformando con conseguenze anche per l’uomo: l’alpinismo senza ghiaccio cambierà”, spiega Bassano.

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