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Il libro sacro di Qaraqosh in mostra al Salone del Libro di Torino

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Dalla Treccani: pròfugo s. m. (f. –a) e agg – Persona costretta ad abbandonare la sua terra, il suo paese, la sua patria in seguito a eventi bellici, a persecuzioni politiche o razziali, oppure a cataclismi. E se a essere profugo fosse un libro? È questa la storia che raccontano al Salone del Libro Francesco Moretti e  Alessandra Filieri, dello stand del Progetto Prodige: la storia del Libro sacro della Chiesa siriaca – cattolica di Qaraqosh.

Siamo nella irachena piana di Ninive. A Qaraqosh, cittadina cattolica irachena conquistata e distrutta dalle armate dello Stato Islamico. In una casa di sacerdoti poco lontano dalla cattedrale principale viene rinvenuto un testo sacro, antichissimo e dedicato alla liturgia siriaca – cattolica. Il libro è stato preso in carica dal ministro dei Beni Culturali italiano ed è arrivato dall’Iraq tre settimane fa. Dopo essere stato esposto al Salone del Libro per tutta la sua durata, è stato nuovamente preso in carica dal Ministero per essere restaurato a titolo gratuito. Come molti dei profughi che sbarcano in Italia desiderano fare, il libro tornerà a casa, a Mosul, dall’Arcivescovo che ne è il legittimo proprietario.

Le scritte in siriaco antico sono in due colori: nero per il sacerdote, rosso per le pause. Il libro è ricco di incisioni: al Salone la pagina è aperta su una croce, ma i restauratori che l’hanno sfogliato hanno trovato anche locuste e simboli sacri. È scritto su carta araba, si è scoperto di provenienza locale, perché è fatto con una tecnica tipica di quella zona in cui le pagine sono attaccate l’una all’altra. La copertina rigida è in legno rivestito di cuoio di cervo, cosa che dimostra quanto il libro fosse prezioso e costoso per l’epoca.

A raccontare com’è oggi Qaraqosh hanno pensato le foto di Francesco e i video a 360° di Alessandra, che erano disponibili durante il Salone e che oggi si possono trovare online link. Il libro è arrivato in Italia grazie ai contatti istituzionali stretti da Siti, un istituto di ricerca fondato da Politecnico di Torino e Compagnia San Paolo, che si occupa di sicurezza del territorio e dei beni culturali. Grazie alle tecnologie acquisite con la rete di contatti, le foto di Francesco, i video a 360° e i virtual tour di Alessandra possono raccontare com’è Qaraqosh oggi. Anche al Salone, i visori hanno permesso di immergersi nella distruzione, nelle voragini lasciate dalle bombe e nella solitudine di una città distrutta. Senza l’aiuto del Focsiv, federazione di ONG che accoglie gli sfollati in fuga dalle città conquistate dall’Isis, non sarebbe stato possibile portare a termine nessuno di questi progetti.

 

MARTINA PAGANI

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