Clark Bentson ha occhi azzurri, che catturano subito l’attenzione. Quegli stessi occhi hanno dovuto assistere alle atrocità di diverse guerre, conflitti e genocidi tra cui Afghanistan, Cecenia, Balcani e Ruanda. Oggi, con alle spalle una carriera di 29 anni da reporter internazionale della testata americana ABC News, Bentson ha suo malgrado aggiunto il racconto dell’invasione russa in Ucraina alle sua esperienze di inviato di guerra e ha dovuto riadattarsi alle dinamiche di un conflitto che – a suo parere – non ha precedenti nella storia del giornalismo: “Sono stato vittima di sequestri, mi hanno puntato la pistola alla testa diverse volte, ho visto persone morire. Ma questa guerra è diversa dalle altre. Il nemico (la Russia, ndr) ha capito l’importanza dei giornalisti – afferma Bentson – per questo siamo diventati dei bersagli e non abbiamo più nemmeno un minimo di sicurezza. Rischiamo di essere uccisi per il semplice fatto che facciamo questo lavoro. Diciassette giornalisti sono stati arrestati dalle forze russe e ben sedici sono stati uccisi fino a questo momento, e il numero potrebbe aumentare”.
Bentson si trovava a L’viv quando è scoppiato il conflitto, mentre dei suoi colleghi erano a Kiev. “Delle fonti di intelligence ci avevano detto che la città sarebbe stata presa dalle forze russe entro quattro o cinque giorni. Perciò la notte stessa i miei colleghi hanno dovuto lasciare la città per non rischiare di rimanerci intrappolati. Come sappiamo, Kiev non è caduta e noi abbiamo potuto continuare a riportare notizie da lì” sottolinea Bentson. Nonostante ciò, raccontare il conflitto non è affatto semplice: “Stiamo incontrando molte difficoltà sia in Russia, dove ABC News ha dovuto evacuare tutti i giornalisti della redazione di Mosca per tutelare la loro sicurezza – continua Bentson – sia in Ucraina, dato che gli inviati devono stare molto attenti a riprendere determinati luoghi o movimenti delle truppe ucraine, con il rischio di essere arrestati se divulgano informazioni che possono favorire le forze russe”.
Anche i giornalisti che non sono sul campo stanno contribuendo a contrastare la disinformazione che arriva dalle fonti vicine al Cremlino, che spesso possono penetrare anche nell’opinione pubblica occidentale. “C’è un intero team di ABC News formato da cinque persone che si occupano di controllare e fare fact-checking dei video o delle foto che vengono pubblicati sul web – afferma Bentson – Allo stesso modo, altre parti della nostra redazione in giro per il mondo sono concentrate unicamente sulla verifica di tutte le informazioni che noi stessi riportiamo. Bisogna avere fiducia delle testate giornalistiche qualificate, e diffidare dalle notizie che si vedono da utenti non verificati sui social media”.
L’invasione russa in Ucraina è un evento del tutto inedito per il moderno panorama europeo. Tuttavia, secondo Bentson, ci sono diverse similitudini con un altra guerra che ha dovuto seguire da inviato durante la sua carriera: quella nei Balcani. “Il conflitto in ex-Jugoslavia è scoppiata tra ‘fratelli’, tra popoli che di fatto erano uniti. Allo stesso modo, i russi stanno attaccando quella stessa nazione a cui era legata fino a trenta anni fa – sottolinea Bentson – In quel caso, il conflitto durò molto tempo e temo che anche in Ucraina succederà una cosa simile. La Russia non si fermerà, anche perché è stata umiliata dalla resistenza degli ucraini che, secondo le stime del Cremlino, avrebbero dovuto cedere in pochi giorni. Anche per questo non penso che l’Ucraina si arrenderà”.
Non è la prima volta che Bentson riporta le atrocità commesse dalle forze militari russe, avendo preso parte al racconto della lunga e sanguinosa seconda guerra in Cecenia: “I Russi stanno utilizzando le stesse tattiche che hanno utilizzato durante quel conflitto. Non riuscendo a raggiungere gli obiettivi che avevano in mente, hanno cominciato a distruggere ogni cosa attraverso pesanti bombardamenti. Questo è esattamente ciò che stiamo vedendo in diverse città ucraine come Mariupol o Chernihiv” afferma Bentson.
Gli scenari del conflitto sono più incerti che mai, e non mancano prospettive preoccupanti: “La minaccia nucleare esiste. Se Putin sentirà di essere con le spalle al muro, potrebbe anche decidere di utilizzare testate nucleari per colpire obiettivi limitati. Anche se però credo che una delle minacce più realistiche al momento sia l’utilizzo di armi chimiche o biologiche in Ucraina” conclude Bentson.