La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

Il giornalismo sostenibile parte dalla comunità

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“Ho capito presto, quasi da un giorno all’altro, che in un certo senso il giornalismo non ha valore di per sé, a meno che qualcuno non lo usi. Il suo valore deriva dal fatto che le persone glielo riconoscono, altrimenti è solo una cosa, o al massimo una forma d’arte”. Era il 2016 quando Lea Korsgaard contribuì a fondare Zetland, il giornale danese che oggi dirige e che può contare su uno staff di più di cinquanta membri per oltre 40 mila sottoscrittori paganti. “Lo abbiamo fondato su questa idea e lo abbiamo costruito partendo dalla comunità”.  Al suo fianco c’è Styli Charalambous, cofondatore e ceo di Daily Maverick, che nel 2009 è stato insignito del premio come “miglior giornalista del Sudafrica” per il “coraggio e l’integrità del suo progetto editoriale”. Due modelli di giornalismo sostenibile e giovane che hanno saputo rendersi economicamente indipendenti grazie al confronto costante con gli user needs, le esigenze della comunità degli utenti. 

Daily Maverick: “Comprendere l’audience e farla partecipare”

Da una parte ci sono le risorse. Limitate. Dall’altra gli interessi. Potenzialmente infiniti. In mezzo la possibilità di rendere sostenibile un progetto editoriale. Per questo, al Daily Maverick, si è deciso di partire di qui: dalle preoccupazioni dei lettori, dagli interessi, dall’ottimizzazione dell’incontro tra le aspirazioni dei giornalisti e le risorse a disposizione. Un incontro che si erano accorti essere un “missing link”, un incontro mancato.

“Siamo partiti da un lavoro di analisi” racconta Charalambous – Era il 2020 e in quel momento la preoccupazione principale dei nostri lettori era il coronavirus, seguito dalla disoccupazione”. 

La redazione ne ha fatto la base del suo lavoro, cominciando ad occuparsi e a dedicare risorse e inchieste ai temi segnalati dai lettori. Poi li ha resi partecipi, addirittura inserendo i sottoscrittori in un’area di lavoro su Slack su cui possono suggerire temi, chiedere chiarimenti, segnalare questioni. Ne è scaturita anche una mappa degli interessi dei lettori, per aiutare gli editori a capire come si muova il giornalismo e quali siano le prospettive future. 

“Abbiamo cercato di estendere il nostro lavoro allo sport – continua – e per questo abbiamo attivato una vera e propria campagna di crowdfunding ad hoc”. A rimanere cruciale, però, è il tema del coinvolgimento. “Abbiamo una newsletter che arriva a 60 mila persone e che raggiunge picchi del 65-70 per cento di engagement. Quando ci occupiamo di un tema poi chiediamo alle persone: quali domande hai ancora? Che cosa vorresti sapere di più? Riceviamo risposte sorprendenti”. 

Zetland: “Tre cose che ho imparato”

C’è stato un momento, all’incirca nel 2019, in cui Lea Korsgaard e i suoi colleghi hanno fatto appello alla comunità. “Aiutateci, siamo in difficoltà”. Per continuare a contare sulle notizie dello Zetland c’era bisogno della comunità dei lettori (che poi sono soprattutto ascoltatori, visto che hanno chiesto ai giornalisti di “leggere le notizie” e di fornire un servizio di podcast). E lo Zetland, che ha basato il suo successo sul confronto costante con gli utenti, quella comunità l’ha trovata: 1.500 sottoscrittori in 4 settimane nel 2019, 3 mila in 3 settimane nella campagna 2022, circa 500 lettori che sono diventati “ambasciatori” delle campagne del giornale. Oggi è una testata che si sostiene e che ha un suo bacino di lettori affezionati di riferimento. 

“Dalla nostra esperienza – spiega la co fondatrice Korskaard – ho imparato tre cose, che ritengo fondamentali per il giornalismo di oggi: partire sempre dalle necessità e dalle proposte dei membri della community”. Nella sua redazione lo fanno anche attivando veri e propri sondaggi e questionari sui temi che più stanno a cuore ai lettori, sfruttando anche le competenze e la forza della collettività. “Qurantamila cervelli sono meglio di uno – chiude la direttrice – le altre due cose fondamentali sono imparare dalla comunità e usare la sua forza come un super potere”. 

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