In un momento storico di forti tensioni geopolitiche e in cui “tutto è influenzato da ciò che sta accadendo a Gaza”, anche il giornalismo si trova ad affrontare una “fase estremamente critica”. Secondo Patrick Zaki, il conflitto israelo-palestinese non solo ha un impatto diretto sul panorama mediatico mondiale, ma stringe in una morsa il giornalismo indipendente, che emerge come uno dei settori più colpiti e vulnerabili ma allo stesso tempo cruciali. “Numerosi giornalisti sono stati uccisi o arrestati – spiega –. Altri hanno cercato di entrare a Gaza per fare copertura, ma invano a causa del rifiuto del governo di Netanyahu”.
Le urgenze
Zaki sollecita la difesa dei diritti umani e la salvaguardia dell’integrità del lavoro giornalistico, pietra angolare di una società libera e democratica: “Ora più che mai dovremmo sostenere la stampa indipendente e la libertà di espressione, soggetta a troppe umiliazioni”. Tuttavia, seppur un giorno il giornalismo potrà trarre insegnamento dagli eventi attuali, in questa fase non è ancora la priorità. “Adesso dovremmo concentrare tutti gli sforzi possibili per chiedere un immediato cessate il fuoco e porre fine al massacro a Gaza, perché troppi civili e bambini stanno perdendo la vita – spiega -. Allo stesso tempo, dovremmo anche cercare di frenare l’escalation tra Iran e Israele: se questa dovesse continuare, il prezzo da pagare sarebbe sempre più alto”.
Le sfide
D’altro canto, le sfide che i giornalisti devono affrontare non conoscono confini. Seppur in maniera diversa, si estendono a livello globale. “Fatta esclusione per coloro che lavorano in grandi realtà – spiega -, la maggioranza si scontra con inadeguate opportunità lavorative, di welfare e di avere una vita stabile”.
Da qui l’auspicio: “Dovremmo sostenere le nuove generazioni di giornalisti, anche perché molte persone avrebbero desiderato esercitare questa professione, ma non hanno avuto l’opportunità di farlo. Sicuramente, i social media e i giornalisti indipendenti stanno giocando un ruolo significativo in questo contesto, ma è fondamentale anche l’appoggio da parte del governo”. Sostenere la stampa indipendente, infatti, è una scelta prima di tutto politica e, quindi, anche economica. Un giornalismo di qualità va finanziato.
Al fianco dei giovani
Le iniziative “dal basso” sono molteplici. “Cresce il numero di giovani che iniziano a creare e diffondere contenuti anche attraverso i propri canali Instagram, TikTok e Youtube. Personalmente, preferisco questo tipo di giornalismo: che non segue alcuna agenda e in cui ognuno può esprimere la propria opinione senza alcuna forma di pressione o di controllo. Anche la mia presenza all’International Journalism Festival di Perugia va in questa direzione – aggiunge Zaki -. Cerco di rilasciare interviste solo alle giovani generazioni di giornalisti, perché penso questo sia il posto giusto per mostrare loro il mio sostegno e la mia vicinanza. Voglio essere al loro fianco. Di certo, non sarò io ad ‘aggiustare’ il mondo, ma sto cercando di fare quanto in mio potere”.