Una nuova frontera tutta da esplorare e una sfida per compiere la transizione ecologica. Questa mattina, presso il palazzo della Regione, il presidente Alberto Cirio, assieme all’assessore per Ambiente, Energia, Innovazione, Ricerca Matteo Marnati, ha presentato il nuovo piano per lo sviluppo e la produzione di tecnologie legate all’idrogeno in Piemonte.
Il progetto, denominato “Hydrogen Valley” si presenta come molto articolato ed ambizioso e possiede una duplice volontà: quella di portare avanti l’obiettivo della transizione energetica inserito nel Pnrr e quello di creare una nuova filiera economica in grado di coinvolgere imprenditori e tecnici. Il piemonte si presenta come un sede privilegiata per affrontare questa impresa, in quanto in possesso di strutture e conoscenze specifiche nel settore: già nel 2003 era stato fondato qui il primo laboratorio italiano per lo sviluppo di tecnologie sull’idrogeno. La Regione ha deciso di partecipare al bando nazionale per i progetti bandiera in modo da accedere alle risorse previste dal Pnrr, che per questo scopo specifico hanno un ammontare complessivo previsto di 59 miliardi di euro.
“Il Piemonte è una terra innovativa e piena di cervelli – ha dichiarato Cirio in collegamento –. Possiamo essere non solo la regione italiana dell’idrogeno, ma anche quella europea. Abbiamo tutti gli elementi per essere la valle dell’idrogeno. Con il presidente Draghi si sono individuati progetti bandiera. Tra questi il Piemonte dopo aver presentato quello relativo all’aerospazio, dà il via al progetto sull’idrogeno”.
Il budget ipotizzato per la realizzazione del piano è di circa 70 milioni di euro, ma dovrà prima passare al vaglio della commissione a Roma, la cui risposta è prevista per la fine di giugno. nel frattempo il think tank della Regione si è impegnato per definire gli obittivi e selezionare tutti gli imprenditori che potranno partecipare. Per la produzione dell’idrogeno infatti non è stata prevista la costruzione di nuovi stabilimenti ex novo per la volontà di non andare a intaccare le aree verdi. La soluzione sta nella riconversione tecnica: Torino e il Piemonte hanno un alto tasso di complessi industriali obsoleti o dismessi (Il capoluogo e Novara sono le aree dove sono stati individuati più complessi, ma i nomi non possono essere ancora divulgati) che potrebbero essere riconvertiti a questo specifico scopo e molti sono stati già individuati.
Ma qual è il principale vantaggio del passaggio all’idrogeno? Ce ne sono molteplici: l’utilizzo di questa nuova fonte di energia potrebbe essere impiegata per alimentare i complessi industriali diminuendo le relative emissioni di CO2, dall’altro potrebbe essere impiegato per portare una rivoluzione nella mobilità, introducendo veicoli alimentati a idrogeno. Tra gli obiettivi inseriti nel progetto c’è anche lo sviluppo della prima linea ferroviaria per i treni a idrogeno, una frontiera inesplorata per la mobilità italiana.
“La strategia regionale è stata presentata e in consultazione – ha dichiarato Giuliana Frenu, direttrice per la Competitività del sistema regionale –. Il Piemonte è una delle poche regioni europee ad avere un ecosistema così completo e non nuovo a questo settore. Siamo partiti in un momento antecedente all’emergenza della guerra. Quali sono gli obiettivi? Valorizzare le competenze. Il Politecnico di Torino è coinvolto nel piano per progettare nuovi strumenti tecnici atti a realizzare il progetto. Il costo dell’energia è critico, ma noi abbiamo l’ambizione di fare da polo di attrazione”.
Il piano sull’idrogeno è anche parte di un progetto più ampio a livello europeo. La presidente della commissione Europea Ursula Von Der Leyen ha infatti affermato: “L’idrogeno verde è essenziale per terminare la dipendenza dell’Europa da un fornitore inaffidabile e pericoloso come la Russia”.