La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

Il decreto Cura Italia ha sospeso il FOIA

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Uno strumento di controllo e vigilanza, al servizio della trasparenza e utilizzato dai giornalisti. Ma che al momento si trova “congelato” a causa di un provvedimento: il decreto legge “Cura Italia”. Entrato in vigore il 17 marzo 2020, il decreto ha sospeso il FOIA (Freedom of Information Act), l’accesso civico generalizzato che consente ai cittadini di accedere liberamente alle informazioni e ai dati raccolti dalla Pubblica Amministrazione, anche nel caso in cui non siano direttamente interessati da quelle informazioni. 

Il decreto – all’articolo 103, comma 1 –  prevede che le amministrazioni pubbliche sospenderanno le risposte a richieste di accesso documentate (legge 241/1990), di accesso civico e di accesso civico generalizzato – è il caso del FOIA – che non hanno carattere di “indifferibilità e urgenza” fino al 31 maggio, 

L’articolo 103 del Decreto Legge Cura Italia

 

ll 27 marzo inoltre il Dipartimento della Funzione Pubblica annunciava con un comunicato la sospensione delle richieste di accesso documentate fino al 15 aprile, senza aggiungere ulteriori informazioni sulle altre due tipologie di accessi esistenti nell’ordinamento italiano. 

In un articolo pubblicato dal Sole 24 Ore Laura Carrer, responsabile FOIA di Transparency Italia, ha espresso dubbi sul provvedimento del Governo e ha parlato di “uno scenario troppo confuso, in un momento in cui servirebbe invece la massima trasparenza e chiarezza per tutti”. Secondo Carrer sarà difficile avere “contezza precisa di quali temi possano essere definiti “indifferenti e urgenti”: è possibile ricevere risposta se si richiedono dati sull’emergenza Covid-19? L’accesso alle informazioni in ambito sanitario è garantito?   

 

Il FOIA è stato introdotto in Italia da più di due anni, dopo una lunga battaglia portata avanti da associazioni come Diritto di Sapere e Foia4Italy. L’accesso civico generalizzato è entrato in vigore con il decreto legislativo 97 del 2016, che ha sostituito l’articolo 5 del “Decreto Trasparenza” n.33 del 2013. 

Il FOIA, che esiste da molto tempo in altri paesi – negli Stati Uniti, ad esempio, dal 1966 – consente ai cittadini di richiedere dati e documenti che le pubbliche amministrazioni non hanno l’obbligo di pubblicare: si va dall’iter di valutazione di un appalto ai finanziamenti concessi dal Comune, per poi passare a provvedimenti su servizi pubblici, come sanità e trasporti. In questi anni il FOIA ha reso possibile alcuni lavori giornalistici, come per esempio una mappa sulle coperture vaccinali, un’indagine sul fenomeno degli obiettori di coscienza nelle strutture sanitarie pubbliche e un’inchiesta sull’emergenza idrica a Roma

 

RICCARDO PIERONI