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Il Cicap compie trent’anni e sfida le fake news col dialogo basato sui dati

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Nell’epoca della “postverità” e delle fake news il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze (Cicap), l’organizzazione educativa senza scopo di lucro fondata nel 1989 da Piero Angela, sta vivendo un periodo di intensa attività. A pochi giorni dalla sua nomina a coordinatore nazionale, abbiamo incontrato Andrea Ferrero, componente del consiglio direttivo e già segretario del gruppo Piemonte, per capire quali sono le nuove sfide che il sodalizio si trova ad affrontare.

Il Cicap è cresciuto molto negli ultimi anni: “merito” delle fake news?
“Per noi il lavoro non è mai mancato: non si può dire che in passato le cose andassero particolarmente bene, i movimenti antiscientifici ci sono sempre stati. Ora hanno un po’ più di risonanza anche a livello politico: il tema dei vaccini è un ottimo esempio. Noi come associazione stiamo realizzando numerose iniziative che ci permettono di essere più visibili e di ottenere maggiori risultati: penso al gruppo Cicap Med, che coinvolge medici, ricercatori e biologi per fare informazione al pubblico su temi legati alla salute, ambito in cui le pseudoscienze fanno più danni e quindi è ancora più importante fare un lavoro di informazione.”

Qual è il peso reale delle fake news?
“Da un lato non vogliamo cedere all’allarmismo: le fake news esistevano anche in passato, e con questo non si intende sottovalutare il problema ma dare una prospettiva storica. Quello che oggi è cambiato è che ci sono vere e proprie aziende che prosperano sfruttando la disinformazione, soprattutto producendo contenuti a sfondo razzista, xenofobo o legato a pregiudizi di vario genere: gli interessi economici fanno sì che ci siano centinaia di siti clickbaiting che creano confusione e disonformazione. Cerchiamo di fare debunking ma pensiamo che non sia sufficiente, così siamo impegnati anche in un lavoro più ambizioso e a lungo termine volto a fornire strumenti per valutare le fonti e imparare a riconoscere quelle attendibili, sviluppando uno spirito critico. Lavorando con la scuola e con i media si possono creare anticorpi contro le fake news.”

Quali sono i numeri del Cicap?
“Siamo 1500 soci, di cui attivi circa il dieci per cento. Il Piemonte è una delle regioni più attive, con due gruppi locali a Torino e Cuneo e altri volontari soprattutto a Novara e Novi Ligure.”

Cosa si propone nella nuova veste di coordinatore nazionale?
“Dal punto di vista pratico avrò il compito di coordinare una serie di attività: indagini, conferenze, pubblicazioni, sito internet, ovviamente non da solo ma insieme con gli altri. È una bella responsabilità ma anche una grande soddisfazione vedere l’impegno e la passione che ci mettono le persone: mi piacerebbe riuscire a valorizzare le tante persone brillanti del Cicap e dare loro un po’ di gratificazione in termini di visibilità e riconoscimento del lavoro che fanno, perché l’associazione va avanti grazie a decine di volontari con talento e capacità.”

Quali sono i principali progetti su cui state lavorando?
“Innanzitutto al Cicap Fest che si terrà a Padova dal 13 al 15 settembre: quest’anno ricorrono in cinquant’anni dallo sbarco sulla luna, così ci concentreremo su missioni e leggende spaziali. Inoltre in occasione dei trent’anni dalla nascita del Cicap ci sarà un incontro con il fondatore Piero Angela.”

E in Piemonte?
“Saremo presenti con uno stand per tutti i cinque giorni del Salone del Libro, per incontrare il pubblico e con presentazioni di libri e delle nostre riviste. Qui a Torino collaboriamo con il Comune e in particolare con le biblioteche: abbiamo in gestione i locali del Mausoleo della Bela Rosin, nel quartiere Mirafiori, dove organizziamo iniziative culturali. Collaboriamo da tanti anni anche con il Circolo Amici della Magia, con cui organizziamo spettacoli e conferenze: i prestigiatori sono da sempre alleati del Cicap perché sono i migliori esperti nel cercare di svelare i trucchi. Rispondiamo inoltre alle numerose richieste di informazioni che ci arrivano via email o al telefono: si va dalla persona preoccupata perché il figlio ha aderito a una setta, a chi pensa di aver visto un fantasma; è un servizio di ascolto cui cerchiamo di rispondere sempre, e abbiamo imparato che la maggior parte delle volte le persone sono in buona fede.”

Interpellato su quale sia la sfida per il sodalizio, Ferrero risponde così:

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=ADqDZiwKP-s]Chi desidera contattare il gruppo Piemonte del Cicap può scrivere a piemonte@cicap.org o telefonare al numero 3474234922.

Le attività del Cicap si possono inoltre sostenere donando il 5 per mille: il Codice Fiscale da indicare nella dichiarazione dei redditi è 03414590285.

ADRIANA RICCOMAGNO