La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

Ideare il futuro attraverso il mito dell’automobile

condividi

Cosa tiene legati insieme linguaggi artistici diversi come design, grafica, audiovisivo, pittura e scultura? Dall’intuizione di quattro istituti superiori torinesi, Bodoni Paravia, Birago, Primo e Sommeiller, nasce Opus Car, un progetto che interseca lavoro e creatività al tema dell’automobile. Per Torino, un simbolo della storia passata ma anche una grande occasione in vista di un futuro da ideare in modo sempre più creativo e giovanile: il progetto ha permesso a studentesse e studenti coinvolti di intrecciare ogni espressione artistica, lavorando e ragionando insieme proprio a partire dall’auto, fonte di ispirazione in chiave concettuale ma anche vero e proprio supporto per le opere da realizzare.

“All’inizio non avevamo ben chiara la finalità del progetto, ma poi collaborando con gli altri istituti siamo riuscite a declinare il lavoro secondo le nostre inclinazioni” raccontano alcune studentesse del Liceo artistico statale a margine dell’evento finale di questa mattina. Al Cinema Centrale Arthouse, infatti, è andato in scena il cortometraggio realizzato in collaborazione con il Museo dell’automobile, un lavoro che getta un ponte tra il mondo della scuola e quello degli archivi e dei musei, molto interessante in vista della nuova edizione di Archivissima in programma dall’8 all’11 giugno.

Smettiamola di pensare che i nostri ragazzi non siano all’altezza delle ambizioni maggiori

“Questo progetto tiene insieme lo studio, l’arte e la tradizione della nostra città proiettando lo sguardo verso il futuro”: un plauso alle finalità di Opus Car arriva anche dall’assessora all’istruzione Carlotta Salerno, secondo la quale “Rileggere la storia attraverso gli elaborati artistici e l’operato dei ragazzi è il modo migliore per individuare le strade future per la città di Torino, e nessuno meglio di loro è in grado di farlo”.

La dirigente scolastica dell’Ipsia Birago, Annamaria Palmieri sottolinea con soddisfazione come le opere realizzate per Opus Car rappresentino soltanto l’inizio di un percorso alla scoperta dei diversi linguaggi artistici, fondamentale per rielaborare criticamente la storia della città: “Se consideriamo che molti di questi ragazzi e non solo non erano nati nel momento in cui Torino era la città della Fiat, ma addirittura non c’erano neanche i loro genitori perché trattasi di persone provenienti da tutto il mondo, ecco che lavorare sulla rielaborazione critica della memoria attraverso l’arte ci è sembrato l’obiettivo più ambizioso”. Il 6 giugno sarà proprio il Birago di corso Novara 65 a ospitare la mostra con tutti i lavori, che verranno raccontati dagli stessi giovani artisti e rimarranno visibili fino agli esami di maturità, a dimostrazione “di un lavoro di rete che premia la centralità delle scuole nella storia della città”.

Le dirigenti degli istituti coinvolti fanno il punto sul progetto Opus Car