Un fiume giallo si muove partendo dal parcheggio del Palavela verso il grattacielo della Regione, passando per via Ventimiglia. A marciare sono migliaia di agricoltori di Coldiretti, provenienti da tutte le province piemontesi. “L’avevamo promesso e l’abbiamo fatto – dice Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino – siamo tornati qui perché il mondo agricolo non ha ricevuto l’attenzione che merita”. Per questo, nella mattina del 15 dicembre agricoltori e allevatori lanciano un appello in 12 punti alle istituzioni.
Il primo, il più importante, una riduzione della burocrazia. La lentezza delle pratiche, infatti, danneggia le aziende, perché i pagamenti arrivano in ritardo e i bandi sono difficili da compilare. Tra le altre richieste c’è quella di aiutare le imprese agricole con controlli semplificati e risorse per le assicurazioni, ma anche quelle di introdurre nuove politiche di tutela dell’ambiente e di investire nell’irrigazione.
Soprattutto, Coldiretti chiede una promozione delle produzioni locali. “Se la cucina italiana è diventata patrimonio immateriale dell’Unesco è merito dei nostri prodotti”, si sente dal palco. Lo slogan della manifestazione rende ben chiaro il desiderio di chi vi partecipa: “Forsa Piemunt-date n’andi”: forza Piemonte, svegliati, datti una mossa.
Questo perché, a detta di Coldiretti, la situazione non è più sostenibile, la Regione deve intervenire. E proprio le istituzioni rispondono subito. Mentre si svolge la mobilitazione, infatti, nel Grattacielo si svolge l’incontro tra la giunta regionale e la presidente e il delegato confederale di Coldiretti Piemonte, Cristina Brizzolari e Bruno Rivarossa. Gli assessori regionali all’Agricoltura e all’Ambiente, Paolo Bongioanni e Matteo Marnati, guidati dal presidente Alberto Cirio, si sono coì impegnati a lavorare nella direzione delle richieste di Coldiretti. Un confronto positivo, quindi, ma che secondo i manifestanti ha bisogno di tradursi in azioni concrete, pena il futuro dell’intero settore.