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I Sintomi morbosi dello storico Donald Sassoon

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Un libro in cui regna il pessimismo, «da non regalare a Natale», avverte l’autore. Ieri, mercoledì 6 marzo, al Circolo dei Lettori di Torino, nel corso della prima serata del ciclo di incontri “Aspettando il Salone del Libro”, lo storico inglese Donald Sassoon, in compagnia del giornalista de Il Post Davide Maria De Luca, ha presentato “Sintomi Morbosi”.

Il titolo riprende i “fenomeni morbosi”, espressione utilizzata da Antonio Gramsci, quando scrisse i Quaderni del Carcere e si trovava in prigione (1937), in una fase storica dove “il vecchio muore e il nuovo non può nascere”. Sassoon sostiene che ci troviamo in un’epoca che ricorda gli anni ‘30 del secolo scorso. “Sappiamo di essere in crisi? Perché è successo tutto questo? Secondo lo storico l’avanzata dell’estrema destra in Europa, la crescita dell’intolleranza, lo smantellamento dei sistemi di welfare state costituiti dopo il secondo dopoguerra e la crescente sfiducia nella democrazia sono i sintomi delle molte crisi che ci troviamo davanti. Crisi a cui l’Europa non sa rispondere per la “mancanza di un ruolo globale”. E in certi casi provocate dagli stessi leader europei. “David Cameron ha portato la Gran Bretagna in una crisi che non si vedeva almeno dal 1945”, ha affermato Sassoon. Il riferimento è al referendum sulla Brexit del 2016.

Un’Europa dove forte sarebbe “la preponderanza del mercato” rispetto al “sociale” e il “keynesismo è finito da tempo”. Sassoon si riferisce alle difficoltà di fare “politiche di sinistra”, basate su una maggiore spesa pubblica e la costruzione di uno stato sociale.

Ma c’è allora qualche speranza di invertire la rotta? Il libro non si avventura in facili profezie. «Gli storici hanno ancora difficoltà a capire le ragioni che hanno portato allo scoppio della Grande Guerra. Non sono in grado di prevedere il futuro», conclude in maniera sarcastica Sassoon.

RICCARDO PIERONI